Lavoro, mobilità, disoccupazione, investimenti: lettera a Matteo Renzi

Lettera a Matteo Renzi di Antonella Soddu

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Caro Matteo,

Ci rivolgiamo a te usando un tono confidenziale, ce ne vorrai scusare se a tanto arriviamo noi italiani piccoli che dovremmo #andaresereninvacanza. Facciamo parte di quella schiera considerata inutile per la ripresa del mercato del lavoro, quindi, non rientranti in quella mitica frase contenuta nella nostra costituzione, quella che qualcuno non legittimato si accinge a violare.

Ti ricordiamo la frase – “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Ecco, “ogni cittadino”, dunque, non solo “i cittadini fino a 29 anni”. La frase cita la parola “dovere”. A nostro avviso intende anche il termine diritto. Ma i diritti, si sa, in Italia son ben lontani. Noi sentiamo forte il dovere di contribuire lavorando al riscatto di questo paese martoriato dalla cattiva gestione della “cosa pubblica”, voi, come sempre ci impedite di contribuire.

Ci avete privato, con anni d’inconcludenti azioni, mancanza di una seria politica industriale e del lavoro, del diritto di compiere il nostro dovere. Oggi, Matteo, ci private anche del diritto che per natura ci è stato donato, quello di esistere come persone. Dal governo Monti al tuo, avete attuato una riforma degli ammortizzatori sociali, giusta, per certi versi, perché in un paese civile non è ammissibile che gli ammortizzatori sociali siano concepiti a lungo termine. Ma, nessuno ha pensato come e cosa mettere in atto per evitare il forte disaggio socio/economico in cui verseranno tante persone a seguito dell’entrata in vigore del Decreto dell’1 Agosto dei Ministri Poletti e Padoan.

Il 31 Agosto, solo in Sardegna ben 2 mila persone si troveranno a non ricevere più la mobilità in deroga perché ha superato la cosiddetta “concessione in terza proroga”. Matteo, la gran parte di queste persone ha un’età anagrafica che rientra nella media di 50 anni. La stragrande maggioranza di queste persone fa parte di quel folto numero di 15 mila persone in mobilità in deroga che nel corso del 2013 è stato “sereno” a Natale, a Pasqua e a Ferragosto. Non ha percepito quel che per diritto gli spettava.

Vedi Matteo, nonostante tutto, queste persone non hanno rinunciato a un altro loro diritto, quello al voto. E sai perché? Perché se fino a tre anni fa la classe politica dei partiti forse si preoccupava dell’astensione al voto, tu hai introdotto un’altra visione verso questo problema. Quella che meno italiani vanno a votare meglio è per voi. Ebbene Matteo, anche quest’anno noi lavoratori in mobilità in deroga, depredati del diritto/dovere al lavoro ci apprestiamo a trascorrere un’altra estate che sa di fine estate. La tristezza degli ombrelloni chiusi, delle sdraie piegate, le prime piogge che lasciano nell’aria un aspro profumo di terra bagnata.

A settembre i nostri figli, i nostri nipoti torneranno a scuola e tanti di noi genitori torneranno a provare l’amarezza, la delusione, l’impotenza e l’umiliazione di non poter accompagnare i nostri figli a comprare il cosiddetto “materiale scolastico”. Dovremmo a capo chino accettare ancora una volta che a farsi carico di ciò siano quei nonni che hanno speso la loro vita lavorando con dignità e dedizione per crescere la propria famiglia e che oggi si trovano fare i salti mortali, dividendo la loro pensione per aiutare quei figli e i nipoti. Perché, vedi Matteo, siamo gente che ancora crede che la cultura e l’istruzione siano parte del futuro dei nostri figli e nonostante tutto li mandiamo a scuola.

Anche se voi continuate a dirci che siamo i primi in Europa in fatto di disoccupazione giovanile, con le vostre statistiche che indicano 15 -18 anni. Ma qualcuno vi ha ricordato che in Italia vige l’obbligo scolastico fino ai 16 anni e quello formativo fino a 18 introdotto da una legge dello stato? No, Matteo, seppur vero che in Europa a sedici anni i ragazzi sono molto più indipendenti dei nostri, vedi paesi come la Svezia, alla Norvegia, etc., per quale dannato motivo noi dovremmo dire ai nostri ragazzi, andate a lavorare e lasciate gli studi. Noi vorremmo poter dire ai nostri ragazzi – “studiate e lavorate”.

No, Matteo, non ci siamo. Voi avete pensato a tutto, a riformare tanto, tanto, tanto e tanto in fretta senza pensare però come metter nelle condizioni di proseguire il cammino in sicurezza nel dopo riforme. Ti offriamo un nostro pensiero in piena libertà, se ancora possiamo permettercela, un tuo ministro in questi giorni ci sta deliziando con le sue perle di saggezza – e meno male che l’aria ferragostana quest’anno non è afosa – dichiarazioni sugli immigrati che rubano lavoro agli italiani, vu cumprà da sanzionare perché danneggiano il nostro commercio e i nostri commercianti, e da ultimo l’abolizione dell’articolo 18. Insomma sembra che ci attenda un autunno rovente come mai è stata l’estate quest’anno.

Sai Matteo, noi pensiamo che i temi da affrontare siano quelli del lavoro, degli investimenti per rilanciare l’economia. Perché non provate a parlare di cose serie? Se dopo ferragosto, che voi passerete tristi, perché noi lo passeremo sereni dietro tuo consiglio, voi cominciaste a parlare di cose concrete, che ne dici, non sarebbe una buona idea? Parlate di cose serie alla ripresa delle attività parlamentari. Quando al Senato inizierà il dibattito sul decreto lavoro, a seguire la riforma del mercato del lavoro, vi poneste la questione – “Bello il progetto garanzia giovani, avete pensato a come far assumere i giovani con un progetto, nel pacchetto è incluso il trucchetto per licenziare. No, Matteo, gli imprenditori assumono se hanno qualcosa da produrre, per produrre serve la domanda. La domanda la pone chi ha soldi per soddisfarla. Quindi se c’è ancora chi ha un reddito e questo per il 75% se ne va in tasse e per il resto di 25% uno deve fare i salti mortali per mangiare e sopravvivere, a questo qualcuno non interessa pensare a cose, beni o servizi da comprare. Non ha di che pagarli. Quindi, come può un imprenditore pensare di accedere ai finanziamenti per le assunzioni se poi non ha domanda per produrre?” – Potreste dirci se avete una soluzione/risposta a questa domanda?

Infine Matteo, tornando a noi, voi avete pensato ad attuare questa riforma degli ammortizzatori sociali, vi siete però dimenticati di pensare a cosa ne sarà di noi over 35, over 50 dopo la riforma a nudo degli ammortizzatori sociali in deroga. Grazie e buon Ferragosto. Il nostro è sereno solo nella nostra coscienza. Il vostro speriamo lo sia. Ve lo auguriamo. Attrus annos mellus. Detto sardo per augurare agli amici anni migliori. Lavoratori in mobilità in deroga.

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