Prostituzione, arriva il ddl tra diritti e doveri comprese le tasse

sex5 MAR – Cinquantacinque anni dopo l’approvazione della legge Merlin che ha abolito le case di tolleranza, l’Italia riscrive la sua su storia, “forse”: regolamentare il fenomeno della prostituzione, dare ai sex workers diritti e doveri, tra cui il pagamento delle tasse, è l’obiettivo che anima il disegno di legge presentato dalla senatrice del Pd Maria Spillabotte, ma trasversale, firmato infatti anche da Alessanda Mussolini di FI, Lorenzo Battista e Alessandra Bencini, Movimento 5 stelle.

Il distinguo di premessa è essenziale: da un lato lotta alla tratta e allo sfruttamento della prostituzione, con inasprimento della normativa, come l’arresto in flagranza, pene accessorie interdittive e particolari ipotesi di confisca. Le somme derivanti da tali provvedimenti così come quelle che arrivano dalle sanzioni per chi, prostituta o cliente, viola le regole per l’attività di prostituzione, confluiranno in in fondo sociale per prevenire e aiutare le vittime dello sfruttamento e chi comunque vuole uscire dal giro.

Ma dall’altro lato il disegno di legge vuole regolamentare l’attività di chi, in tutta libertà ha scelto di esercitare il sesso a pagamento, come una qualsiasi, o quasi, attività economica. Diritti e oneri, comprese le tasse: con circa 70mila persone che esercitano la prostituzione e 9 milioni di clienti in Italia, le entrate per le casse dello Stato, stimati dai proponenti del ddl, sono da 5 ai 10 miliardi.

Chi vuole quindi diventare operatrice sessuale deve avere un autorizzazione, una sorta di patentino, previa domanda, da una qualunque sede delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura. Unico requisito, serve – articolo 5 – un certificato di idoneità psicologica rilasciato dalla Asl che “attesti la effettiva volontà personale ad esercitare la professione, in assenza di condizioni psicologiche che evidenzino stati di vulnerabilità, costrizione, debolezza e che sia anche strumento di informazione circa le misure volte a favorire l’inserimento sociale di coloro che vogliono uscire dalla prostituzione”.

E’ facoltativo allegare anche un certificato medico di sana e robusta costituzione, che escluda la positività a malattia trasmissibile sessualmente. La domanda deve essere corredata dal pagamento di una somma, 6000 euro per il full time, 3000 per il part time. L’autorizzazione ha validità sei mesi, rinnovabile, e il documento “dovrà essere esibito a richiesta dell’autorità competente”, ma “nessuna schedatura”, assicurano i firmatari.

Chi è autorizzato può esercitare la prostituzione, dove è lasciato all’iniziativa imprenditoriale individuale, depenalizzando il reato di favoreggiamento: case, uffici, locali, appartamenti in disponibilità dove però non vivano minori, e si può anche costituire una cooperativa. Nessun ritorno alle case chiuse e allo Stato “pappone” assicura la prima firmataria, ma la speranza é che si abbandoni comunque la prostituzione in strada. L’articolo 3 del disegno di legge prevede anche la possibilità per le autorità locali da un lato di individuare i luoghi pubblici dove è espressamente vietato l’esercizio della prostituzione, quali vicino i luoghi di culto, scuole, parchi pubblici et similia, di converso i sindaci potranno anche indicare luoghi pubblici dove è consentito esercitare la prostituzione, con orari e modalità stabiliti. Luoghi che saranno opportunamente presidiati, dalle forze dell’ordine e operatori sanitari. Un esempio sono i parcheggi coperti inaugurati in Svizzera, alla periferia di Zurigo.

Il disegno di legge all’articolo 7 introduce anche un’altra novità: “Per l’esercizio dell’attività di prostituzione è obbligatorio l’uso del profilattico”, riconoscendo così l’efficacia del condom nella prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili.

Il disegno di legge è stato presentato in una conferenza stampa in Senato dalla proponente Maria Spillabotte, Pd, e altri firmatari, i senatori democratici Monica Cirinnà, Sergio Lo Giudice, Valeria Fedeli, Sergio lo Giudice e la senatrice di Forza Italia Alessandra Mussolini.

“Fughiamo subito ogni dubbio: regolamentare la prostituzione non è riaprire le case chiuse, la legge Merlin è una conquista e non si può e deve tornare indietro”, ha sottolineato Spillabotte. Ma “pensiamo che sia arrivato finalmente il momento di occuparci non solo della tratta delle donne, delle donne rese schiave, ma anche regolamentare la prostituzione, basta ai tabù”, ha aggiunto Alessandra Mussolini, per la quale un punto fondamentale oltre al pagamento delle tasse é quello della “sorveglianza sanitaria delle operatrici del sesso“.

Alla conferenza anche Efe Bal, prostituta transessuale nata ad Istanbul ma da anni in Italia, in prima fila tra le sex worker che voglio mettersi in regola: “Voglio pagare le tasse, io ora sono una evasore fiscale perché non posso dichiarare il mio reddito, voglio essere utile al mio secondo Paese, specie ora che l’Italia soffre, le persone non arrivano a fine mese. Vogliamo dare il nostro contributo, almeno potremmo anche essere un po’ più fiere di noi”. L’appello di Efe va al neo premier Matteo Renzi che finalmente ci sia anche per le operatrici del sesso la svolta: “Nel 2014 possiamo finalmente sognare che possa cambiare qualcosa anche per noi, persone come me che vogliono essere normali e poter dare un nome al lavoro che fanno”. Ma Efe Bal fa anche un appello a chi lavora in strada: “Lavoriamo sulla strada ma copriamoci, che non siamo persone oscene. Voglio fare un manifesto, voglio metterci la mia faccia: dobbiamo avere diritti e doveri, anche noi dobbiamo lavorare nel rispetto di chi vive o passa dove siamo”.

I firmatari sono convinti che i tempi siano maturi per rompere un tabù e che il disegno di legge arriverà con successo a conclusione dell’iter parlamentare. E al di là di ogni facile ogni moralismo sottolineano: “Uscire dal tabù e regolamentare la prostituzione è anche una forma di educazione sessuale”. Tant’è che nel disegno di legge è previsto l’inserimento nelle scuole di almeno 20 ore all’anno di educazione sessuale. TMNEWS

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