Ministro Pinotti: i marò non devono essere processati in India

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27 febbr – I due marò “non devono essere processati in India questa è la linea dell’Italia”: lo ha ribadito il ministro Roberta Pinotti intervenendo in aula del Senato sul dl missioni internazionali, nel quale alcuni senatori dell’opposizione vorrebbero inserire un emendamento relativo al caso dei due marò.

Il Paese “deve essere unito, perché questo ci dà forza”, ha detto il ministro, ricordando il suo incontro, la scorsa settimana con le mogli di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. La questione “più forte e grave” è che non siano processati in India, perché operavano in acque internazionali. Il neo-ministro ha detto anche:

L’Italia deve proseguire il suo impegno nella missione internazionale anti-pirateria perché la comunità internazionale “ci sta dando sostegno” nella vicenda dei due marò facendo pressioni su New Delhi. Lo stop alla partecipazione sarebbe percepito come una minaccia ai nostri alleati e non all’India”, spiegando così il no del governo all’emendamento Minzolini che chiedeva la sospensione della partecipazione fino alla soluzione del caso marò.

Il ministro dell’Interno indiano Sushil Kumar Shinde ha confermato che la Legge anti-pirateria (Sua Act) “non si applica ai marò perché non sono militanti” terroristi. Lo riferisce l’agenzia di stampa Ani. In una conferenza stampa in Kerala Shinde ha in questo modo giustificato la decisione del governo indiano di respingere la richiesta della polizia Nia di redigere il rapporto con i capi di accusa per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone utilizzando appunto il Sua Act.

Successivamente il ministro dell’Interno ha chiesto di attendere che prima si esprima la Corte Suprema su questa vicenda e solo dopo il governo spiegherà come si e’ arrivati a far cadere tutte le accuse basate sul Sua Act. “Per quanto riguarda la dinamica dell’incidente – ha proseguito – ognuno ne ha ormai preso conoscenza. Resta il punto interrogativo comunque di quale strumenti utilizzare per il loro processo. Lasciamo che sia la Corte a deciderlo”. Dopo la comunicazione da parte del governo alla Corte Suprema della rinuncia all’utilizzazione della legge antiterrorismo, la difesa dei marò ha chiesto quindi l’esclusione anche della polizia investigativa Nia che opera solo in base alle leggi speciali. La richiesta ha però trovato l’opposizione della Procura generale indiana. A questo punto i giudici hanno chiesto alle parti di presentare le loro ragioni scritte entro due settimane ed ha aggiornato l’udienza ad una data non precisata successiva.

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