Sistema Sepa, caos per i correntisti. Bankitalia fa da palo agli usuali scippi seriali con destrezza

sepa

18 febbr –  Il nuovo sistema di pagamento Sepa (Single Euro Payments Area), entrato in vigore dal 1° febbraio 2013 e spacciato per rendere più veloci e sicuri gli accrediti in banca o alla posta, in sostituzione dei vecchi Rid e dei superati bonifici vetusti, contrabbandato per abbattere gli elevatissimi costi di gestione di un conto corrente, pari a 348 euro in Italia contro 114 della media europea, ridurre gli sprechi e tagliare i costi generati dai diversi sistemi europei di pagamento, sta generando caos, bollette domiciliate addebitate più volte oppure impagate, disagi e rischi di taglio della fornitura per servizi essenziali come gas ed elettricità. Con l’aggravante che alcune banche (Credito Valtellinese,ecc), certe della contigua Bankitalia che fa da palo agli usuali scippi seriali con destrezza decisi a tavolino maggiorando massivamente costi e commissioni imposti alla clientela, approfittano di questa ‘opportunità’ per introdurre nuovi balzelli di 1 euro sull’addebito Sepa in sostituzione del vecchio Rid, che potrebbe comportare costi aggiuntivi di 40-50 euro l’anno.

Il sistema Sepa (Bonifico Sepa e Addebito diretto Sepa), in vigore dal 1 febbraio 2014, doveva allineare i costi dei bonifici esteri a quelli nazionali, tagliare i costi addizionali per i sistemi di pagamento nei 33 paesi aderenti (spesso l’utente che riceveva il bonifico estero si trovava decurtato l’importo con una commissione di 10-15 euro o più dalla banca ricevente); garantire un solo giorno per effettuare o ricevere un pagamento; abbassare i costi allineandoli agli standard europei.

Adusbef e Federconsumatori, auspicando rapide soluzioni ad un caos generato dalle forzature della Bce, che ha obbligato l’entrata in vigore di sistemi elettronici impreparati a recepire le novità, come dimostra la deroga al 1 agosto 2014 offerta alle imprese italiane per adeguarsi alla nuova fatturazione elettronica Sepa, chiedono che l’introduzione forzata del nuovo meccanismo europeo di pagamento Sepa Direct Debit, che ha sostituito il Rid, l’antico sistema per l’addebito delle bollette in conto corrente, non venga addossato alle famiglie (specie agli anziani, che si potrebbero trovare con le forniture staccate di luce e gas), a causa dei “soliti problemi meramente tecnici”, che coinvolgono quasi tutti gli istituti di credito e le Poste, che ha perfino scritto una lettera ai suoi correntisti invitandoli a tenere d’occhio il conto per eventuali addebiti multipli ed esercitare la facoltà di rimborso “entro otto settimane successive alla data di scadenza per le fatture emesse”.

Adusbef e Federconsumatori chiedono inoltre al Governo (che si dovrà formare nei prossimi giorni), di solito molto distratto quando occorre applicare norme favorevoli a diritti ed interessi di consumatori ed utenti dei servizi bancari, di emanare i famigerati decreti attuativi previsti dalla Legge di Stabilità riguardanti la portabilità gratuita dei conti correnti bancari da una banca all’altra, che va garantita nel periodo massimo di 14 giorni lavorativi.

Secondo tale normativa, finalmente approvata dal parlamento nella legge di stabilità per combattere un consolidato cartello e far avviare la concorrenza, le banche sono obbligate a sottoscrivere un protocollo interbancario che stabilisce il diritto, per un cliente che vuole cambiare banca passando ad un nuovo Istituto di credito, di sottoscrivere un modulo di trasferimento conservando lo stesso conto ed analoghe domiciliazioni per i pagamenti, senza occuparsi personalmente della portabilità (come avviene per la portabilità telefonica). Auspichiamo una inversione di tendenza che ponga al centro i vessati utenti dei servizi bancari e le tartassate famiglie.

OPI

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