Portogallo, il governo decide il “prelievo forzoso” su tutte le pensioni

Pedro-Passos-Coelho-

di MARIETTO CERNEAZ

Si comincia, l’apripista lo fa un paese dei PIIGS, di quelli i cui conti sono traballanti da un po’ e che la Troika tiene sotto’occhio. il Portogallo. Il governo lusitano, infatti, effettuerà un prelievo forzoso dalle pensioni – private e pubbliche – per colmare il deficit di bilancio causato dalla bocciatura della Corte Costituzionale dei tagli delle pensioni dei funzionari pubblici, decisione giunta poco tempo fa.

La scelta di una misura alternativa da 388 milioni di euro era necessaria per raggiungere l’obbiettivo del 4% nel rapporto deficit-Pil del 2013, condizione necessaria per lo sblocco della tranche da 2,7 miliardi di euro prevista dal piano di aiuti della “Troika” (Ue, Bce ed Fmi). Il governo ha difeso il provvedimento – che prevede una tassazione straordinaria per le pensioni oltre una certa soglia – affermando che eviterà un aumento delle tasse che avrebbe messo a rischio la ripresa economica: l’opposizione e i sindacati hanno protestato contro una “misura immorale” che colpisce il potere d’acquisto delle famiglie.

Dalla Grecia fino a Cipro, per passare ora dal Portogallo è tutto un fiorire di proposte a dir poco “impopolari”, che la dicono lunga sullo “stato dell’Unione”. Per il momento, si gira intorno all’Italia, ma c’è già chi ha scritto che – oltre alle tasse introdotte dagli ultimi tre governi – lo spettro del prelievo forzoso (magari sui conti correnti, come già accaduto nel 1992) aleggia sull’Italia.

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