Bologna: antifascisti cercano di dar fuoco alla sede di Casapound

comunisti10 ott – Raid alla sede di Casapound Bologna intorno alle 19.30 di ieri. Una trentina di antifascisti con i volti travisati “hanno tentato di incendiare la sede all’interno della quale c’erano ancora pochi militanti, che stavano attendendo gli altri iscritti e simpatizzanti per un aperitivo solidale che sarebbe iniziato a breve. Stanno tutti bene” si legge nella nota su Facebook.

Al grido di ‘Fasci di m…, vi diamo fuoco alla sede’ una trentina di antagonisti hanno fatto irruzione questo pomeriggio nella sede di Sole e Acciaio, dove stava per iniziare una manifestazione di solidarietà organizzata dalle associazioni Sol.Id e CasaPound Italia che hanno emesso un comunicato.

All’interno del locale era presente anche una ragazza al nono mese di gravidanza, poi accompagnata in ospedale per i necessari controlli. Tutto è accaduto intorno alle 19.20, in via Malvolta, dove poi sono arrivati vigili del fuoco e forze dell’ordine. Nella sezione, dove era prevista in serata un’iniziativa di solidarietà per il Kosovo, si trovavano cinque militanti di Cpi, tre uomini e due donne, tra cui la ragazza incinta.

‘’A un certo punto – racconta Andrea Lamona, coordinatore di Cpi Emilia Romagna, che era sul posto – abbiamo sentito da fuori un gruppo di antifascisti che lanciavano insulti e minacciavano di dare fuoco alla sede. Il tempo di affacciarci e dal gruppo è partito un fumogeno che è atterrato su alcuni fogli di carta che erano su una scrivania dando vita a un principio di incendio. Siamo riusciti a rispedirlo fuori. Poi è partito un lancio di bottiglie. Siamo comunque riusciti a tirare giù la saracinesca, ma il gruppo da fuori l’ha forzata, riuscendo a infilare sotto la serranda un altro fumogeno che ha reso irrespirabile l’aria della sezione. La preoccupazione, ovviamente, è stata tutta per la nostra militante al nono mese di gravidanza, poi portata in ospedale per accertamenti’’.

’Un episodio gravissimo e inquietante – sottolinea Lamona – che succede ad altri episodi analoghi avvenuti qui in regione, come la molotov lanciata contro questa nostra stessa sede bolognese nel novembre del 2012 o l’ordigno esploso accanto alla sede di Parma ad agosto. Ci chiediamo come sia possibile che azioni come queste possano ripetersi a una tale frequenza nell’indifferenza generale e restando peraltro del tutto impunite. Le istituzioni e la politica hanno il dovere di intervenire, se non vogliono dirsi conniventi con chi, 40 anni dopo gli anni ’70, pensa ancora che le ‘sedi dei fascisti’ si chiudono col fuoco’’.

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