Sergio Romano oggi sul Corriere della Sera difende Guido Barilla e il suo diritto di pensarla come vuole sulla famiglia. Lâex ambasciatore, storica penna del quotidiano di via Solferino, spiega dalla rubrica delle lettere che uno stato liberale non si può fondare sullâeliminazione del confronto e che gli omosessuali non hanno il diritto di costringere al silenzio o alla pubblica ammenda chi dissente dalle loro idee.Â
Cari lettori, in uno Stato liberale gli omosessuali hanno il diritto di non essere discriminati e insultati, di godere dei diritti civili, di contrarre unâunione conforme alle loro esigenze. Ma non credo che abbiano il diritto di costringere al silenzio, soprattutto in Paesi dove il cristianesimo è fortemente radicato, coloro per cui soltanto il matrimonio fra uomo e donna ha lâautoritĂ della tradizione e il crisma della moralitĂ .
Ho lâimpressione che alcune associazioni e gruppi di pressione stiano chiedendo piĂš di quanto necessario. à difficile immaginare che le due unioni (quella fra persone di sesso diverso e quella fra persone dello stesso sesso) possano coesistere lâuna accanto allâaltra come opposizioni altrettanto utili alla soluzione di un problema. à difficile immaginare che una parte importante della societĂ rinunci alle proprie convinzioni e smetta di manifestare la propria disapprovazione.
Uno Stato liberale deve evitare lo scontro e garantire a tutti il godimento dei propri diritti. Ma non può spegnere le discussioni e i confronti senza mancare alla propria natura e alle proprie funzioni.
Il caso Barilla, in particolare, è quello di un industriale che lavora per la cucina, vale a dire per quella che in altri tempi veniva definita, con un pizzico di retorica, il cuore della casa. à inevitabile, quindi, che le campagne pubblicitarie della sua azienda siano indirizzate alle famiglie. Interrogato, forse un poâ troppo maliziosamente, sui destinatari preferiti di queste campagne, ha detto con franchezza che sono le famiglie tradizionali. Vi piacerebbe vivere in un Paese in cui chiunque osi dire in questa materia ciò che pensa è costretto a fare pubblica ammenda per le sue parole? A me no.
Sergio Romano, âLe famiglie in cucina, il caso di Guido Barillaâ, Corriere della Sera
