Allarme BRI: “L’Europa verso un nuovo crac finanziario”

bri28 sett – Da ormai molto tempo le televisioni, i mass media, il politico di turno giornalmente ci convince che ormai siamo sul punto di dare la svolta alla nostra economia che l’Italia non può finire come la Grecia perchè ha maggiore stabilità politica ed economica, che l’Europa non è in debito anzi presto si risolleverà. Ma ciò che emerge dagli ultimi dati l’Europa e non solo rischiano un vero e proprio crack finanziario, dai dati raccolti dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), si nota che si rischia di aumentare il nostro debito a un punto tale da dover dichiarare fallimento.

Infatti nel comunicato del BRI leggiamo “Le emissioni di obbligazioni e prestiti nel segmento più rischioso sono risultate assai vigorose, in un clima analogo all’esuberanza che aveva preceduto la crisi finanziaria mondiale”.

Da tutto questo comunicato possiamo capire, che secondo la BRI siamo solo all’inizio della crisi, a causa di un sistema economico bancario errato, infatti l’attività di finanziamento delle banche, porta ad un debito subordinato.

Ma in cosa consiste il debito subordinato?

Il debito subordinato non è altro che l’emissione di titoli, i titoli offrono al prestatore garanzie minori rispetto alle obbligazioni e in caso di un conto instabile dell’emittente può portare il conto in default.

Possiamo capire quindi, che la creazione di un debito subordinato può portare alla chiusura di diversi conti e al fallimento di varie banche private e non, la BRI nel suo comunicato scrive: “le emissioni sono quasi decuplicate negli Stati Uniti e sono aumentate di 3,5 volte in Europa, attestandosi rispettivamente a 22 e 52 miliardi di dollari nei dodici mesi fino a metà 2013”.

Ma dagli ultimi dati non si è riscontrato solo questo problema infatti le banche non emettono più prestiti a persone che non hanno una stabilità economica dagli ultimi dati infatti :“La quota di questi prestiti sul totale delle nuove sottoscrizioni ha raggiunto il 45% a metà 2013, un livello superiore di 30 punti percentuali rispetto al minimo registrato durante la crisi e di 10 punti percentuali al massimo pre-crisi”.

Ma se si è notato che questo sistema bancario non funziona perchè le banche non decidono di cambiarlo?

Dopo il crac Lehman le banche centrali di tutto il mondo hanno cercato di stimolare la ripresa favorendo la circolazione del credito. Per far ciò hanno ridotto al minimo il costo del denaro consentendo alle banche private di indebitarsi ad interessi molto bassi, la disponibilità di credito a basso costo ha portato però ad un divario tra domanda e offerta.

Il capo delle ricerche della BRI ha dichiarato che se non si ha un cambio di rotta, tutta l’Europa rischia un crollo finanziario da qui a pochi anni, nella ultima dichiarazione possiamo capire che il suo pensiero non è affatto in linea con quella dei politici che credono in una svolta del paese:

“la sfida sta nell’essere preparati. Il che significa essere prudenti, limitare la leva ed evitare la tentazione di credere che il mercato resterà liquido anche sotto stress, ovvero l’illusione della liquidità”.

net1news.org

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