Morire d’invalidità civile e fame: piu’ soldi agli immigrati sani che agli italiani invalidi

disabili

21 sett – (FrancoLondei.it) Da molti mesi mi batto insieme ad alcune associazioni per una modifica al rialzo dell’assegno di invalidità civile che al momento ammonta a 286 euro al mese (esattamente 286,20). Ha diritto a ricevere tale assegno l’invalido civile che superi il 74% di invalidità al lavoro e la cifra non cambia con l’aumentare della percentuale di invalidità (cioè un invalido al 100% prende sempre 286 euro al mese così come quelli invalido al 74%).

La mia, lo devo ammettere, non è una battaglia del tutto disinteressata essendo il sottoscritto tra coloro che secondo lo Stato italiano dovrebbe vivere con 286 euro al mese pur essendo invalido al 100% (sclerosi multipla secondariamente progressiva), solo che fino ad oggi, essendo tra i pochi fortunati che hanno comunque una famiglia alle spalle e comunque non vogliono passare da “lagnosi”, mi sono sempre astenuto da una critica aperta preferendo lavorare con chi tutela (o dovrebbe farlo) questa particolare categoria. Ma nei giorni scorsi è successo qualcosa che mi ha fatto decidere che era arrivato il momento di scendere in campo apertamente e concretamente.

Brevemente, un mio conoscente malato come me di sclerosi multipla, imprenditore privato, più giovane di me, con moglie e una figlia di una decina di anni, si è ritrovato nel giro di pochi mesi su una sedia a rotelle (la sclerosi multipla in alcuni casi sa essere devastante) e quindi nella sostanziale e obbiettiva impossibilità di portare avanti la sua attività. L’altro ieri parlando con lui al telefono l’ho sentito veramente disperato, un uomo sulla soglia del suicidio, ritrovatosi immobilizzato e quindi nella impossibilità di lavorare, con le bollette da pagare, il mutuo, i materiali acquistati quando ancora stava bene invenduti e ancora da pagare, una famiglia da sostenere. Gli è crollato il mondo addosso nel giro di qualche mese. Unico introito l’assegno di invalidità civile di 286 euro. E non è che, vista la situazione, qualcuno offra alla moglie un lavoro. No, non frega niente a nessuno della sua situazione. Di persone come questa, che siano malate di sclerosi multipla, di qualcos’altro o invalidi per un incidente, ce ne sono a decine di migliaia e secondo lo Stato dovrebbero vivere, mantenere la famiglia e curarsi con appena 286 euro al mese.

Lasciamo stare la sterile polemica che ci sono molti falsi invalidi (non so nemmeno perché lo fanno visto l’ammontare dell’assegno), quello di individuarli e punirli è un obbligo delle istituzioni e non è una scusante per mantenere l’assegno di invalidità così basso. Parliamo piuttosto del fatto che con 286 euro al mese non ci vive nessuno specie se malato. Figuriamoci una famiglia. Ma quando si va dalle Istituzioni e si fa notare questa cosa ci si sente ripetere il mantra che “non ci sono i soldi”. Ma come, dico io, non ci sono i soldi? Vengono spesi miliardi per garantire un assegno sociale agli immigrati (anche clandestini o richiedenti asilo) e non ci sono soldi per garantire una esistenza dignitosa agli invalidi civili? Un clandestino che arriva in Italia e che richiede l’asilo politico o lo status di rifugiato riceve dallo stato immediatamente la somma di 976,15 euro per i primi 35 giorni., ridotti poi a 557,80 euro in caso di respingimento della domanda. In seguito, secondo la Fondazione Leone Moressa, lo Stato affronta una spesa diretta di 14.600 Euro l’anno (40 Euro al giorno, cioè circa 1.200 euro al mese) per persona e altrettanti in prestazioni indirette (spese sanitarie e servizi generali dello Stato, calcolati per analogia, considerando che tali voci impegnano circa la metà del Pil nazionale): quindi allo Stato ogni rifugiato o presunto tale costa circa 29.200 Euro l’anno (la fonte è questa anche se non ho controllato le cifre attuali. Invito a correggermi se sbaglio). E siccome ogni clandestino che mette piede in Italia si dichiara perseguitato politico non è sbagliato affermare che ogni immigrato ci costi quella cifra. Il doppio (e in alcuni casi il triplo) di quanto percepisce un invalido civile. A questo va aggiunto tutta una serie di benefit di cui godono gli immigrati (scuole materne gratuite, case popolari, assistenza sanitaria, ecc. ecc.).

Si trovano soldi per tutto questo e non si trovano soldi per gli invalidi italiani? Nel verbale ufficiale dell’INPS che sancisce l’invalidità civile del 100% c’è scritto testualmente (prendo il mio) “INVALIDO con TOTALE e permanente inabilità lavorativa: 100%”. Ebbene, un invalido totale inabile al lavoro deve vivere con 286 euro al mese mentre si spendono miliardi per gli immigrati. Mi sembra francamente un enorme sopruso a cui va posto al più presto rimedio. E il primo che prova a darmi del razzista perché dico questo lo prendo a stampellate perché francamente è ora di finirla con questo mantra del razzismo. Hanno più diritti gli immigrati di noi italiani.

Da oggi quindi la battaglia sarà totale e me ne frego di essere tacciato di razzismo: prima vengono i Diritti degli italiani e poi, se ne avanza, quelli di tutti gli altri. Ne ho piene le scatole di questo buonismo falso e ipocrita che penalizza la parte debole del Paese a favore di persone che, con tutto il rispetto, da noi non avanzano niente. Di invalidità civile si muore (se non altro di fame) e non è certo una cosa da paese civile.

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12 thoughts on “Morire d’invalidità civile e fame: piu’ soldi agli immigrati sani che agli italiani invalidi

  1. Io ho il 70% non ho diritto a nulla se non quello di beneficiare dei servizi pubblici, ma onestamente non ho chiesto nulla, mai nulla, neanche di beneficiare dello sconto sui mezzi pubblici. Io sono pienamente e assolutamente d’accordo con il Sig. Franco.
    Noi in Italia siamo nati per mantenere politici inetti, e immigrati che non hanno diritto…
    Ma la cosa peggiore è la scritta rivedibile….a me hanno asportato entrambi i seni, quindi mi domano: rivedibile cosa? Mi ricresce il seno? Fantascienza? Oh come la Sig.ra che si è vista recapitare dopo non so quanti anni la lettera da parte dell’Inps informandola che essendo guarita non avrebbe più avuto diritto all’assegno (alla Sig.ra manca l’arto inferiore=gamba) cos’è la fantascienza ha fatto ricrescere la gamba?
    Sempre peggio…sempre peggio!!!

  2. Dimenticate anche i ROM che percepiscono dallo Stato uno “stipendio” mensile , per garantire dignità …
    Io sento e leggo queste ingiustizie , ormai da una vita , tutti noi ragioniamo sulla base della logica e ci sembra di ragionare nel giusto , mentre chi ci governa pensa con la logica della convenienza personale . Inutile continuare a meravigliarci , la storia non cambia , probabilmente , come invece la Storia ci insegna , prima o poi toccherà a noi Popolo fare qualcosa e quella volta,
    si accorgeranno , sarà veramente dura !

  3. Per completare è da scrivere che dal 74% al 99% si ha diritto alla pensione se si ha reddito inferiore a 4.500 euro lordi..altrimenti nulla io ho 86% e con partime da 600 al mese ci devo vivere e godermi…la ricchezza di poter pagare le tasse. prima da sano potevo lavorare ora non posso più, ….

  4. Allucinante che a persone sanissime venga corrisposto un assegno sociale di 580 euromese… bastano pochi requisiti, essere stranieri, aver superato i 65 anni… non superare i 7500 e rotti euro di reddito… (l’assegno viene corrisposto anche a persone che hanno già un reddito….)

    questo a persone assolutamente in grado di badare a loro stesse… a 65 enni… e che gli italiani lavorino fino a 70 anni… se qualche generoso li fa lavorare…

    A queste persone (ripeto, anche sanissime e in grado di lavorare…) viene garantito un reddito doppio rispetto a connazionali non in grado di sostenersi?

    é equità?

  5. Condivido l’argomentazione. Perchè non trasformala in una petizione con raccolta adesione via internet? Ne circolano tante di superficiali, questo argomento merita il sostegno di molti.

  6. Condivido tutto quello che hai scritto e aggiungo che hanno tolto anche un altro diritto agli invalidi: la possibilità del riscatto degli anni lavorativi.Otre il danno anche la beffa, di non poter usufruire di un legittimo diritto, e inoltre che difficilmente, se non missione impossibile, si possa trovare un lavoro.Lo scoramento verso lo stato è alto, e che senza via d’uscita, spesso si pensa alla morte, come una liberazione.
    Toma

  7. e vergognoso,che lo stato dia a chi non può più lavorare 286 euro,ma se i loro figli venissero trattati così nella ristrettezza sarebbero contenti?si ricordassero i signori che tutto torna nella vita….

  8. sono daccordissimo in tutto. L’italia si fa bella dinanzi agli stranieri, e lascia nella più totale indifferenza i suoi connazionali. VERGOGNA ! Diminuissero gli stipendi dei politici, diminuissero gli stipendi degli autonomi, dei calciatori, della gente di spettacolo, VEDRESTE come l’ italia si tirerebbe su, e si TROVANO I SOLDI che per innumerevoli categorie, NON CI SONO MAI

    1. Cara Giovanna, non è l’Italia che si fa bella, sono certi politici che vogliono il voto degli immigrati per non colare a picco e perdere i loro privilegi e quindi tolgono a noi per dare a loro.
      Non sono razzista, però credo che lo stato debba prima pensare agli italiani
      che stanno male e sono nelle difficoltà.

    2. Assolutamente d’accordo…ma mi pare che a cominciare dalla Boldrini siano molto più preoccupati dei voti che possono ricevere dagli immigrati che di fare un po’ di giustizia cautelando i diritti dei cittadini italiani in grave difficoltà.
      E’ ignobile, come fermarli?

  9. cos’altro si puo’ aggiungere se non esprimere la più totale amarezza e la nausea per quello che succede ?L’articolo è molto eloquente per dare uno specchio della situazione.

  10. Non è questione di razzismo ma di dignità ,ne so qualcosa che da 26 anni mi batto x una giusta integrazione di una figlia affetta da patologia invalidante alla nascita, come hai ben detto “per fortuna c’è la famiglia”.
    La politica si ispira sempre a dei modelli, provino a farlo sulla base assistenziale che esiste in Germania!
    Fiduciosa si possa smuovere qualcosa con tale campagna ti invio i. Miei più. Sinceri auguri

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