Bonino cerca giustificazioni per eventuale attacco alla Siria?

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27 ago – La decisione di ammettere da ieri gli ispettori Onu sul luogo dell’attacco chimico del 21 agosto scorso nelle zone orientali di Damasco è “tardiva e per certi versi condizionata”. E’ quanto ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino, riferendo alle Commissioni Esteri congiunte di Camera e Senato, aggiungendo che “il nostro auspicio è che si faccia al più presto piena luce su quanto accaduto”.

Il ministro ha ricordato che la Siria non è parte della convenzione sulla proibizione delle armi chimiche del 1993 né di quella sulle armi batteriologiche del 1972, ma “ha aderito al protocollo di Ginevra del 1995 che vieta l’uso in guerra di armi batteriologiche, gas asfissianti e velenosi”.

“Il divieto di usare armi chimiche riguarda anche i conflitti armati interni, come quello in corso in Siria”, ha sottolineato Bonino. “L’uso di armi chimiche caratterizzato dalla sistematicità e consapevolezza dell’attacco contro la popolazione civile è configurabile anche come crimine di guerra ai sensi dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale – ha aggiunto – e il sarin, che sarebbe stato usato in Siria, è ritenuto la più letale di queste armi chimiche. Questa sostanza è estremamente volatile e bisogna intervenire entro 48 ore dall’utilizzo, perché altrimenti non si riscontrano più tracce nell’aria”. tmnews

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