Imola: in appello cade il reato di violenza perchè “la moglie reagiva durante le liti”

giustizia18 ago – In primo grado era stato condannato a nove mesi di carcere (con la condizionale) e 30mila euro di anticipo sul risarcimento dei danni richiesti per violenza privata, lesioni e maltrattamenti nei confronti della moglie; in appello il reato di maltrattamenti è caduto, “il fatto non costituisce reato”, perchĂ© la consorte aveva un ruolo attivo nelle liti e, quando subiva, reagiva. Non si trovava, secondo la difesa e secondo i tre giudici-donna della Corte d’Appello di Bologna, in una situazione di sudditanza o di sopraffazione sistematica tale da renderla succube del marito.

A riportare la vicenda, durata anni e ambientata nell’Imolese, è l’edizione bolognese di Repubblica. ”La reciprocitĂ  degli insulti – spiega la sentenza – mal si concilia con la sistematica mortificazione di un soggetto rispetto all’altro”. E gli atti di aggressione fisica, ”da iscrivere in un clima di forte e non contenuta conflittualitĂ  delle parti… si pongono al di fuori di una programmatica volontĂ  di sopraffazione ed appaiono… frutto dell’incapacitĂ  di autocontrollo del marito in situazioni di esasperazione”. La pena inflitta al marito è stata ridotta a due mesi. I giudici hanno tagliato anche la provvisionale: alla moglie sono stati accordati 6.000 euro, un quinto della somma stabilita in primo grado.

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