Giovanardi: le lobby gay sono potentissime e muovono miliardi

 Dal denaro al sesso – ormai è chiaro – sono i banchieri che decidono delle nostre vite. Anche dietro la propaganda gay, come dietro le politiche economiche,  ci sono potentissimi manovratori, semi-sconosciuti al grande pubblico, che stanno programmando il nostro futuro da decenni .

lobby28 giu – “Constato che le lobby gay sono molto potenti e evidentemente muovono miliardi. Se dovesse andare in onda ‘Uomini e Donne gay’, impedirei a mia nipotina minorenne di guardare il programma. Ai miei nipoti di 4 anni e 5 anni non li metterei davanti alla tv a vedere una cosa così. Avranno col tempo una loro sessualità ma non lo metto da minorenne e da bambino davanti alla tv dove ci sono scene di sesso esplicito. È chiaro che a un bambino di 4 o 5 anni che vede scene di questo tipo cosa gli spiego? Che è un’anomalia? E allora può chiedermi perchè ho una mamma e un papà e li ci sono due papà?”. Lo ha dichiarato l’ex ministro Pdl Carlo Giovanardi intervenendo a KlausCondicio, il programma tv di Klaus Davi in onda su YouTube, in merito alle anticipazioni su una versione omosex del celebre programma di Maria De Filippi.

“Se penso che ormai da anni in tutti i festival del cinema, nelle fiction, in tv, c’è un overdose di programmi gay – ha proseguito- non posso che constatare che la moda è quella di rappresentare situazioni di questo tipo. Le lobby gay sono potentissime anche dal punto di vista economico quindi il fatto che ci sia riproposto costantemente e insistentemente questo modello è un fatto culturale che rischia di offuscare il modello eterosessuale.
Lo scandalo non è la singola trasmissione. Lo scandalo – continua Giovanardi non è questa trasmissione, visto che uno può anche cambiare canale, ma che a breve verranno criminalizzati e penalmente perseguiti programmi in cui si rappresenta Valentino e Valentina dicendo che è quello il modello. E’ quello che sta accadendo, appena al di là ormai del fatto che una trasmissione televisiva ci racconti Ugo che corteggia Ugo o Maria che corteggia Maria, qui siamo al punto che se uno dice che la normalità è Ugo che corteggia Maria rischia recriminazioni“.
“Che una trasmissione pomeridiana – ha concluso l’esponente Pdl – si accodi ad altre mille forme di spettacolo dove se non c’è la storia gay sembra che non ci sia la storia, è un segno del conformismo dei tempi e che questo sia diventato il simbolo dell’attenzione al tema dei diritti è una cosa veramente singolare”.
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