Edilizia: nel 2012 fallite 11.000 imprese e persi 446.000 posti di lavoro

edilizia19 giu – Il 2012 è stato per l’edilizia in Italia l’anno “più nero”, con oltre 11.000 imprese fallite e 446.000 posti di lavoro andati in fumo e, in assenza di misure di stimolo per il settore, il declino continuerà nel 2013 e nel 2014.

E’ quanto afferma l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) nel suo Osservatorio congiunturale, specificando che se ai posti di lavoro perduti nel settore si aggiungono quelli dell’indotto la cifra sale a 669.000: “come l’intera popolazione di Palermo”.

“Non sono solo gli operai a restare a casa, ma tutte le figure professionali legate al cantiere: in un anno i liberi professionisti (architetti, ingegneri, ecc) sono diminuiti del 23%”, si legge nella nota dell’Ance.

Il calo degli investimenti nel settore edilizio è stato del 29% nel 2012 e l’emorragia di denaro e risorse non si arresterà neanche nel 2013 quando, secondo le stime dei costruttori, si registrerà un ulteriore discesa del 5,6% rispetto al 2012.

Pur riconoscendo l’importanza di due provvedimenti messi in campo dal governo Letta – la proroga degli incentivi fiscali sulle ristrutturazioni edilizie e lo sblocco delle risorse per i pagamenti arretrati delle Pa -, in assenza di altre misure (revisione dell’Imu, investimenti aggiuntivi in infrastrutture, tra le altre) anche il 2014 vedrà un calo degli investimenti, stimato al 4,3%.

Alla base della crisi del settore, secondo l’Ance, il crollo delle compravendite immobiliari, dimezzatesi nell’ultimo anno, e soprattutto la mancanza di sostegno dalle banche.

“Nel periodo 2007-2012, in Italia la riduzione dei finanziamenti alle imprese è stata del 45,6% per gli investimenti nel comparto abitativo e del 62,4% nel non residenziale”, dice l’associazione dei costruttori.

“E’ come se negli ultimi sei anni le banche avessero negato 77 miliardi di euro di finanziamenti per gli investimenti dell’edilizia”. REUTERS

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