Romena scosse con violenza figlio di 6 mesi che poi morì. Pena ridotta: condannata a 2 anni

infanticidioROMA – Il figlio che piangeva insistentemente e con respiro affannoso; poi uno scuotimento tanto violento che lo portò alla morte. Condannata in primo grado a 7 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale, oggi A.G., romena di 40 anni, si è vista ridurre in appello a due anni la condanna. Per la I Corte d’assise d’appello di Roma quell’azione è da considerare omicidio colposo.

Era l’ottobre di quattro anni fa quando, dall’ospedale Bambino Gesù di Palidoro, comunicarono ai carabinieri di Passoscuro che era stato ricoverato in gravi condizioni un bambino di sei mesi, trasferito in ambulanza dal Pronto soccorso di Fregene. Qualche giorno dopo, il bimbo entrò in uno stato di coma profondo dal quale non si sarebbe più svegliato. Sentita dagli investigatori, la madre del piccolo – presentatasi in caserma rossa in viso e con segni di ebbrezza alcolica – riferì che mentre si trovava sul terrazzo a fumare, aveva sentito il figlio piccolo piangere.

Preso in braccio, il bambino aveva iniziato a vomitare, e la donna aveva deciso di dargli alcuni colpetti sulla schiena. Di lì a pochissimo, il figlio aveva cominciato a respirare in maniera affannosa. Quindi la corsa in ospedale. Due mesi dopo, è morto. Il medico legale, incaricato dal pm, quanto ai mezzi che determinarono la morte, aveva identificato nella ‘sindrome da scuotimentò la dinamica che aveva prodotto le lesioni sul bambino.

A fronte di tutto ciò, fu ipotizzata per la madre l’ accusa di omicidio preterintenzionale; era lei, infatti, l’unica persona presente in casa e in grado di compiere un gesto così violento da causare quelle lesioni che avevano portato il figlio alla morte. All’esito del processo col rito abbreviato, il gup di Civitavecchia condannò la donna a sette anni di reclusione. Oggi, i giudici d’appello hanno derubricato in omicidio colposo il reato contestato, e condannato la donna a due anni di carcere. messaggero

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