L’antiterrorismo Usa in Africa è un fallimento lungo 10 anni

Belmokhtar
Belmokhtar

5 febbr – Dopo l’attacco in Algeria del mese scorso, il leader jihadista Mokhtar Belmokhtar è diventato il “simbolo” del fallimento della strategia anti-terrorismo Usa degli ultimi 10 anni nell’Africa settentrionale e occidentale. E’ quanto scrive oggi il Washington Post, riferendo di un piano militare messo a punto già nel 2003 dal Pentagono per uccidere l’estremista algerino.

Il piano venne giudicato troppo rischioso e rigettato dall’allora Ambasciatore americano in Mali, che temeva che avrebbe potuto rivelarsi controproducente per gli americani. Da allora, scrive il Wp, Belmokhtar ha contribuito a creare una rete di al Qaida nel continente africano, rafforzando al contempo le sue attività di sequestri e contrabbando merci, fino all’attacco al sito di sfruttamento di gas in Algeria, costato la vita a 37 cittadini stranieri, tra cui tre americani.
Eppure dal 2005 a oggi, ricorda il quotidiano, il governo americano ha speso oltre un miliardo di dollari per addestrare forze armate, garantire la sicurezza alla frontiere, promuovere la democrazia e ridurre la povertà nella regione, con l’intento di stabilizzare i Paesi considerati più deboli e allontanare così la minaccia di al Qaida, senza essere costretto a inviare truppe. Ma nonostante questo impegno, gruppi jihadisti, tra cui quello di Blemokhtar, lo scorso anno hanno conquistato il nord del Mali e proprio un soldato maliano addestrato dagli Usa ha guidato il golpe messo a segno a Bamako. tiscali
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