La Siria, i massacri, i silenzi e le armi chimiche

Di Michael Sfaradi – Tel Aviv 19 dicembre 2012

Chiedersi perché in Italia della crisi siriana, delle numerose vittime civili che ha fino ad oggi mietuto, dei massacri in corso e di tutte le cose oscene che accadono in quel martoriato Paese non venga dato conto all’opinione pubblica come si fa con altri focolai di crisi, è cosa inutile.
In Europa, e l’Italia non è da meno, ci sono cose che è meglio nascondere.
Solo poche voci, sempre fuori dal coro, raccontano quello di cui sono stati capaci, a tutt’oggi, sia i governativi fedeli al macellaio Assad sia le milizie dei rivoltosi.

Non si registra nessuna presa di posizione politica da parte di alcun rappresentante governativo o delle opposizioni, o di quei movimenti di pensiero che in certe occasioni, vedi Gaza da difendere sempre e a spada tratta, sono pronti a scattare, mentre in altre, come per la stessa Siria, rimangono nel loro caldo letargo di coscienza o sono impegnati per gli acquisti di Natale.

L’apoteosi dell’ipocrisia si è poi registrata durante l’operazione militare israeliana ‘Colonna di nuvola’, dove ogni giorno sono state riempite le prime pagine di tutti i giornali del mondo e la quasi totalità delle Home Pages dei siti di informazioni presenti nella rete.

In quei giorni si è mossa tutta la diplomazia internazionale, al punto che l’aeroporto di Tel Aviv e la strada che va dall’aeroporto alla residenza del primo ministro Netanyahu sono diventati testimoni di un via vai senza fine di diplomatici, ministri e ambasciatori che arrivavano da tutto il mondo per chiedere ad Israele di fermarsi.
Venivano e chiedevano, quasi pretendevano, con una faccia di bronzo che ha abbondantemente superato i limiti della decenza, considerando che per anni gli stessi illustri personaggi e le stesse illustre organizzazioni erano rimasti silenti davanti allo stillicidio di missili che dalla striscia di Gaza colpivano lo Stato ebraico.

Per Gaza, che dista pochi chilometri in linea d’aria e che ha oggettivamente avuto un numero di vittime infinitamente minore a quello siriano si è mosso il mondo intero, Perché per la Siria e per il suo popolo non è stato e non viene attualmente fatto altrettanto?
Ma non è tutto, uno dei tanti problemi che nessun organo di informazione ha ancora messo in luce è relativo alla presenza di armamenti non convenzionali in Siria, armamenti che vengono continuamente spostati sul suo territorio per farne perdere le tracce a chi vive ai confini e osserva con terrore quello che sta accadendo.
Che il pericolo sia reale lo dimostra il dislocamento in Turchia, da parte della NATO, di diverse batterie di missili Patriot.
Anche se la possibilità che qualche missile possa essere lanciato in quel settore è minima, non bisogna mai lasciare nulla al caso e, seguendo la stessa filosofia, gli U.S.A., già da tempo, hanno reparti dell’esercito specializzati nella guerra chimica sul confine fra Giordania e Siria.
Israele, che secondo logica dovrebbe essere il bersaglio preferenziale, aveva detto che qualsiasi spostamento di armi chimiche avrebbe messo in moto una reazione, soprattutto tenendo conto che Hetzbollah è presente in Siria al fianco del presidente Assad, fedele alleato di Teheran.

Nei giorni scorsi si è avuto notizia di una serie di fortissime esplosioni, avvenute nel Libano del sud, in vicinanza di siti gestiti da Hetzbollah.
Le esplosioni sono state violentissime e i civili sono stati fatti rapidamente evacuare dai membri della milizia che non hanno permesso l’entrata in zona né dell’esercito libanese né, tantomeno, degli osservatori UNIFIL che si trovano lì in vacanza dalla fine della guerra del 2006.

Fonti confermate di intelligence da tempo danno confermano che la milizia sciita abbia ricevuto da Teheran un imponente arsenale di missili e che siano proprio parte di questi missili, quelli adatti a portare testate chimiche, che sarebbero saltati in aria. Se a questo aggiungiamo che voci non confermate avevano dato quel giorno per certa la presenza in cielo di aerei militari israeliani il quadro si fa più chiaro.
Questa mattina il sito internet del giornale kuwaitiano Al Jairidia ha dato per certo che siano stati gli aerei israeliani a bombardare il sito in Libano del sud e a distruggere una parte dell’arsenale in esso contenuto.
Gerusalemme non conferma un’implicazione di suoi aerei nella vicenda, e forse mai la confermerà, ma dando per buono che sia vero, perché avrebbe bombardato solo ora un arsenale di cui da tempo se ne se ne conosceva l’esistenza? Che i miliziani di Hetzbollah non abbiano fatto entrare in zona nessuno è chiaro, ma perché, al contrario del solito, hanno fatto evacuare la zona dai civili loro fiancheggiatori? Dopo le esplosioni si è vista alzare in cielo una nuvola di gas che è stata giustificata come dispersione di agenti disinfettanti per l’agricoltura, qualcuno ci crede? Non è che forse gli agenti chimici non erano affatto destinati alla produzione agricola? E non è forse per questo che Israele proprio ora ha bombardato quel sito e che l’oggetto dell’azione non erano i missili ma le armi non convenzionali arrivate dalla Siria? Potrebbe, il pensiero ha una logica che non si può confermare, anche se a pensare male spesso ci si azzecca.

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