In Europa aumentano le persone che vivono nelle baraccopoli

3 nov – Quando si parla di abusivismo non si può non prendere in considerazione anche il fenomeno della cosiddetta “disperazione autocostruita”: baraccopoli, bidonville e favelas. Insomma, slum.

Secondo il rapporto “The Challenge of Slums” di Un-Habitat, il programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani, quasi un miliardo di persone nel mondo (cioè una ogni sei) vivono attualmente negli slum ed è stimato che questo numero possa raddoppiare nei prossimi trenta anni in mancanza dell’applicazione di opportune contromisure.

In città dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, negli slum vive più del 50% della popolazione totale. La più alta percentuale di cittadini che vivono negli slum, infatti, si registra nell’Africa sub-sahariana (62%), la più bassa nel Nordafrica. In Asia la percentuale media della popolazione urbana che vive in uno slum varia dal 25% dell’Asia Occidentale al 35% dell’Asia meridionale. In America Latina e Caraibica la media è del 24%. Le stime presentate dal rapporto indicano che nel 2001, 924 milioni di persone, cioè il 31,6% della popolazione urbana mondiale, vivevano negli slum. Nelle regioni in via di sviluppo questa percentuale sale al 43% rispetto al 6% della popolazione urbana nelle regioni sviluppate.

Nel 2001, l’Asia contava 554 milioni di persone negli slum (60% del totale mondiale); l’Africa ne aveva 187 milioni (20% del totale mondiale), mentre in America Latina e nella regione caraibica ne erano stimati 128 milioni (14% del totale mondiale).

L’Europa e gli altri paesi sviluppati avevano 54 milioni di persone negli slum (6% del totale mondiale). Le previsioni al 2020 parlano ovunque di un aumento della popolazione che vive negli slum. Ad esempio, in Europa si passerà dai 32.234 del 1990 ai 34.543 nel 2020, mentre se si prende in considerazione l’intera popolazione globale si passerà da 721.608 a 1.477.291.

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