Io, siriana, espulsa dall’Ue. Non posso più vedere mio marito

La lettera aperta per la vergognosa politica greca nei confronti di una cittadina siriana.

01 ottobre 2012 – La storia è di quelle che lasciano il segno. Lei è una signora siriana sposata con un un uomo, Yahia Jaghl, da 20 anni in Italia. Si sposano e per il viaggio di nozze decidono di passare per la Grecia. Ma qui la donna viene esplulsa per 10 anni a causa dei suoi documenti. Ora la famiglia è divisa, lei in Siria e lui in Italia. Due bimbe piccole che non possono vedere il padre. Yahia ha chiesto alle autorità italiane il diritto al ricongiungimento. Ma le sue pratiche vengono “archiviate” per il parere negativo della Grecia. Ecco la lettera


“Mi chiamo Yahia Jaghl, residente a Peschiera Borromeo(Mi). Da oltre 20 anni in Italia, ho comprato tempo fa un appartamento per avere una fissa dimora sperando di ottenere il ricongiungimento a mia moglie, Hayat Basbous.

Il matrimonio nel 2006 e per me era il momento del grande amore. Decidemmo di passare la luna di miele in Turchia e qualche giorno in Grecia, con la speranza di arrivare in Italia per vivere finalmente insieme.

Ma in Grecia la Polizia di Frontiera negò l’ingresso di mia moglie, cittadina siriana, contestando i suoi documenti e ordinando l’espulsione immediata per una durata di 10 anni. Questo vuol dire che, purtroppo, potrà entrare nei paesi Della Comunità Europea solo dopo il Settembre 2016″.

Nel mese Di Luglio 2012 Yahia Jaghl ha presentato una domanda alla Prefettura Di Milano per chiedere il ricongiungimento della famiglia composta calla moglie Ayat Basbous e da due figlie femmine di 3 e 5 anni (residenti a Homs).

Ma la pratica è stata sospesa, come si legge nei documenti al lato, per il parere negativo della Questura(segnalazione della Grecia).

Per questo ha deciso di scrivere al Ministero Dell’interno, Ministero Degli Affari Sociale, al Consolato Generale Della Grecia a Milano e a diverse Associazione. Una lettera è arrivata persiono al Primo Ministro Della Grecia Samaras. Ma fino ad oggi moglie e figlie sono ancora in Siria, senza una casa per colpa dei bombardamenti. La famiglia Jaghl ora chiede aiuto perché la famiglia possa ricongungersi, come di diritto.

DA: Affari Italiani

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