Come vivere in questo paese senza morire di rabbia? Un ubriaco che stermina un’intera famiglia non fa neanche un giorno di carcere?

TRAPANI 16 GIU –  I fatti: era il mese di Gennaio del 2011, Fabio Gullotta, 22 anni, a Campobello di Mazara (TP), nonostante fosse completamente ubriaco conduceva la sua auto a 120 kmh nel pieno centro del paese.  Guidava  ad elevata velocità (a20 km orari in centro) e completamente ubriaco, quando ad un certo punto, gli si fa incontro un incrocio (esistono sulle strade…) In quel maledetto incrocio, coincidenza o destino vuole, che proprio in quel momento arrivasse un’altra auto condotta dal maresciallo Quinci con a borgo la sua famiglia: la moglie Lidia 37 anni. la figlia Martina 12 anni e il figlio Vito 10 anni. artina   L’auto condotta ad alta velocità dal 22enne ubriaco, travolse violentemente l’altra auto che sopraggiungeva condotta dal maresciallo dell’Aeronautica militare Baldassarre Quinci, che sopravvisse come il Gullotta.

Purtroppo, dopo solo sei mesi, in seguito ad un contestatissimo concorso di colpa per mancata precedenza, il maresciallo Quinci, in preda alla disperazione seguita dallo sterminio della sua famiglia, si tolse la vita impiccandosi. Dalla lettera che ha lasciato – dice l’avvocato Congedo – si capisce chiaramente che il gesto fu conseguenziale e certo avrà influito anche il concorso di colpa che gli fu ipotizzato nell’inchiesta perchè non si era fermato allo stop».

L’accusa per il 22 enne ubriaco, era di omicidio colposo plurimo con l’aggravante della guida in stato di ebbrezza. Ora è arrivata la sentenza che a seguito del patteggiamento chiesto dall’avvocato del Gullotta  – accolto dal Gup di Marsala Vito Marcello Saladino – , al quale i famigliari della coppia si erano opposti . La sentenza, udite udite, condanna a soli due anni di carcere con sospensione della pena il 22enne Gullotta che quel giorno ubriaco e ad alta velocità sterminò l’intera famiglia Quinci.

Per i familiari delle vittime, ieri tutti in aula nel tribunale di Marsala, una cocente delusione e tanta rabbia: «Lo Stato oggi ha detto che si possono ammazzare quattro persone per la strada e farla franca», dice Nicola Mangiaracina, fratello di Lidia, 37 anni, una delle vittime del pauroso incidente

 La domanda sorge spontanea: come possiamo vivere in questo paese senza morire di rabbia, quando  chiunque e in qualsiasi condizione, può sterminare un’intera famiglia, senza fare neanche un giorno di carcere?

Nella foto la ex famiglia Quinci….

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