Casini e il “ciapa no”

12 mag – Una delle chiavi per comprendere la situazione politica dell’area moderata, è la frase di Casini rivolta ai giornalisti nel dopo elezioni amministrative:”Mi ritirerei in un eremo per un anno”.

L’affondamento del Terzo Polo ha un sigillo talmente perentorio da non richiedere ulteriore riflessione.
Salvo un monito, che dovrebbe riguardare qualsiasi formazione politica: i cosiddetti Poli non si costruiscono dalla sera alla mattina reagendo a una storica e terribile sconfitta parlamentare come quella subìta da Casini e soci la sera del 14 dicembre 2010.
Grazie agli esperti (?) di sondaggi ci s’illude di avere un fantastico appeal a due cifre, poi si scopre la crudezza dei numeri veri.

Vorrei ricordare quando Alessandra Ghisleri, sondaggista preferita di Berlusconi, veniva criticata perché attribuiva a Fli percentuali fra due e tre punti. Oggi, tutti devono riconoscere quanto fossero valide quelle valutazioni.
In sostanza, dopo aver tentato e mancato con clamore la politica dei due forni, Casini è tornato al punto di partenza con dieci anni in più sul groppone e la tristezza di tanti inutili sforzi: gli bastava restare accanto al Cavaliere e fottere un Fini ormai rincoglionito dalle battaglie tulliane.
Gli elettori, con grande maturità, hanno dato una eloquente risposta a Pierfurby.
Se son spine, pungeranno…
Gglielmo Donnini

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