Mai dire mai, se della Susanna ascolti gli alti lai.

ROMA 25 GEN – Non avrei mai immaginato possibile di vedermi pendere dalle labbra di Susanna Camusso.
Eppure io pendo e strapendo da quelle labbra proletarie. Ecco la frase che mi ha “folgorato sulla via” di Corso d’Italia: “La protesta è una cosa che va organizzata in modo che non violi diritti e non impedisca agli altri cittadini di potersi muovere e di poter fare le cose”.

Grazie ai “padroncini” del trasporto merci, abbiamo una dichiarazione, a futura memoria, da sbandierare ogni volta che gli scioperanti cigiellini eserciteranno il loro sacrosanto diritto nel modo a volte registrato dalle cronache e dalla storia più recente del sindacato rosso.

Intendiamoci, la signora Camusso parla a ruota libera nella convinzione, tutta politica, che si possa dire ormai qualsiasi cosa nel gran canaio delle dichiarazioni e controdichiarazioni.

Al sottoscritto rimane la triste “soddisfazione” di veder scendere sempre più la credibilità di un organismo un tempo guidato, con inimitabile autorevolezza, da un certo Giuseppe Di Vittorio. Egli morì quando Susanna compiva due anni.

guglielmo donnini

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