Nel Pdl, urge valorizzare la “territorialità. Occorre “fare squadra, non gli squadristi”

La politica è tanto più malata quanto più il cittadino se ne allontana o si lascia allontanare. L’idea che bisonga mantenersi lontano dalla politica, è l’ìdea promossa da chi vuol fare di noi quello che vuole. A sinsitra come a destra, il futuro cambia se si valorizzano e si incoraggiano persone degne, se finisce l’era delle ideologie e delle contapposizioni fini a loro stesse, se inizia una concorrenza virtuosa sulle proposte e se si collavoba per migliorare le reciprooche idee dentro e tra i aprtiti.

La conoscenza è alla base della credibilità: dovere di tutti è sostenere chi ha più talento, chi si impegna ed è disposto a rischiare anche personalmente.

Nella geografia umana, la territorialità indica il rapporto tra l’uomo e l’ambiente, ma anche tra la persona e la politica, tra la società e le Istituzioni.

Più precisamente, rappresenta l’insieme delle relazioni che l’uomo, la persona, la nostra società, intrattiene con il mondo politico e istituzionale,  per il soddisfacimento dei propri bisogni e nella prospettiva di ottenere il più elevato livello di autonomia e di qualità della vita.

Tutti parlano di territorialità, ma ci sono diversi modi di intendere la territorialità.

Se, la territorialità viene interpretata come “controllo” ed espressione primaria del potere politico: “principio di territorialità”, questa interpretazione, si configura in specifiche strategie perpetrate dal Partito, per gestire e controllare le persone e le risorse. Io non ci sto!

Se, la presenza sul territorio viene vissuta solo come legittima possibilità di affermazione personale ai fini esclusivi della propria
carriera politica, si ritorna al comitato elettorale “pro domo sua”. Io non ci sto!

Se invece, la territorialità viene interpretata come frutto delle relazioni (concrete o virtuali che siano) tra la persona e la politica, tra la società e
le Istituzioni, in un aspetto tridimensionale: persona, politica e Istituzioni, dove, ogni singolo individuo, nel corso del tempo, si “appropria” sia
dello spazio che del tempo, ma soprattutto della politica  e delle Istituzioni con cui intrattiene queste relazioni, allora, la territorialità rappresenta un processo aperto che dipende dall’individuo e dal tipo di relazioni instaurate con la politica. Io ci sto!

Il Pdl di un’epoca che non c’è più,  è stato un “comitato elettorale” fondato sulla eccezionale capacità di Berlusconi di ottenere consensi.

In questo momento epocale, le persone, sono disorientate e cercano risposte oneste e tempestive ai loro problemi. Per piantare le radici del Partito della Libertà sul territorio è compito molto difficile perché richiede: dedizione, spirito di sacrificio e coordinamento degli sforzi individuali verso l’obiettivo comune.

Tutto ciò, al fine di:

  1. dare risposte CONCRETE ai problemi delle persone.
  2. diventare VERI interlocutori, SEMPRE disponibili al dialogo con la gente.
  3. Infondere la consapevolezza di ESSERE ALTERNATIVA di governo.
  4. Costruire un rapporto razionale e non politicamente parassitario con le varie iniziative locali di volontariato. Rapporto improntato al fare bene insieme, nell’interesse della comunità.

Occorre quindi, fare “squadra, non gli squadristi”, bisogna attivarsi ognuno in un determinato ambito nell’interesse della gente e non ognuno per sé e Pdl per tutti!

Armando Manocchia

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