FIAT: “Quello che va bene alla Fiat, va bene all’Italia”,

TORINO 11 Gen 2012″Quello che va bene alla Fiat, va bene all’Italia”, diceva un tempo l’Avvocato. Sembrava la sintesi di un rapporto Azienda-Paese destinato ad attraversare le generazioni e i secoli.

Ascoltando le parole di Marchionne, sono in molti a temere che il “bel sogno” (peraltro costosissimo per le casse dello Stato) potrebbe svanire e
trovare una nuova sintesi:”Quello che va bene alla Fiat, va bene all’America”; dove sembrano aver capito la nuova realtà della produzione industriale. Marco Cobianchi, nel suo libro “Mani bucate” – A chi finiscono i soldi dei contribuenti – ha dedicato ben 29 pagine (su 295) al “modello Fiat”.

È una lista impressionante di aiuti concessi, e motivati con le ragioni più svariate e incredibili, allo scopo di superare i veti della Commissione europea, impegnata a contrastare gli aiuti di Stato diretti ad alterare il gioco della concorrenza.
C’è da perdersi nel labirinto dei finanziamenti richiesti, e a volte respinti, dalla Commissione. In sostanza, gli acquirenti italiani di auto (o di “aiuto”)
Fiat, hanno pagato due volte la stessa macchina: da contribuenti e da clienti. La grande illusione sta per spegnersi. Il mondo cambia anche a dispetto della nostra volontà.

Un giorno, i nonni racconteranno ai nipoti la storia di una fabbrica italiana di automobili che riusciva a farsi pagare due volte la stessa
vettura. Un vero miracolo italiano. Fiat : Fabbrica italiana di aiutomobili Torino.

guglielmo donnini

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