Stretto di Hormuz: l’Iran verifica sul campo la possibilità di un blocco

di GeoPoliticalCenter

L’agenzia di stampa Fars News riferisce di prossime esercitazioni aeronavali da parte dell’Iran nel Golfo Persico, e in particolare  nello Stretto di Hormuz.

Le esercitazioni programmate da Teheran sembrano essere non comuni per durata e caratteristiche dei mezzi impiegati, si potrebbero protrarre per dieci giorni simulando una escalation di un conflitto che come primo atto potrebbe avere la posa di mine nello Stretto di Hormuz ( nella foto a destra un cacciamine americano di stanza nel Golfo Persico in azione, Courtesy of US Navy ). Lo stretto è uno dei passaggi strategici più importanti, non solo della regione, ma del mondo intero. Circa il 30% del greggio mondiale transita da questo passaggio, largo circa 30 miglia nautiche, per destinazioni sparse per tutto il globo, in Europa, America, Asia e Oceania. La minaccia di imporre con la forza il blocco dello stretto è una delle armi economico-militari più forti in mano alla Repubblica Islamica degli Ayatollah.
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Lo stretto di Hormuz

Nonostante la marina Iraniana non disponga di unità di superficie in grado di confrontarsi in maniera classica con le unità navali americane, in questo ambito l’ Iran persegue una strategia di guerra asimmetrica in grado potenzialmente di infliggere, in un contesto di acque poco profonde, come sono quelle del Golfo e dello Stretto, danni considerevoli in caso di scarsa coordinazione tre le marine alleate e le forze aeree, indispensabili per fronteggiare la minaccia posta da centinaia di motoscafi veloci armati di missili antinave, che sono il vero fulcro della strategia navale dell’Iran.

Le esercitazioni, come confermato in questi minuti da fonti governative a Teheran, inizieranno il prossimo sabato e interesseranno il Golfo, lo Stretto di Hormuz e parte delle acque oceaniche nel Golfo di Aden. Vista il protrarsi nel tempo delle operazioni militari è escluso che, come a volte capitato in passato, il traffico commerciale venisse ridotto al minimo per 24 o 48 ore; 240 ore sono troppe. La vicinanza delle unità commerciali, in particolare le petroliere, e le unità navali militari che certamente le scorteranno e le forze dei guardiani della rivoluzione, potrebbe creare una situazione di alta tensione. In modo particolare le unità americane hanno regole molto rigide per quanto riguarda la distanza minima che le unità possibilmente ostili devono tenere. In passato la vicinanza estrema tra forze americane e iraniane ha spesso portato ad incidenti che oggi vista la tensione e la forte minaccia a cui si sentono esposte le due parti, potrebbero sfociare in un confronto aeronavale di grande scala.

Il comandante delle forze navali Iraniane intervistato da Fars news spiega che saranno impiegati unità di superficie, sommergibili, saranno eseguiti lanci di veri ordigni inclusi missili antinave, siluri e mine, la sicurezza della flotta, dichiara sempre l’ammiraglio iraniano, sarà inoltre garantita da un apparato di difesa aerea, che includerà aerei da caccia e unità di sorveglianza comando e controllo.

Quelle a cui assisteremo a partire sabato prossimo saranno le più grandi e complesse esercitazioni militari aeronavali dell’Iran negli ultimi venti anni, sembra una dimostrazione di forza indirizzata ai dirimpettai del Golfo e un modo per verificare in condizioni quanto più simili all’impiego operativo le capacità delle forze armate iraniane, diciamo in una condizione simile all’impiego operativo sia per la durata veramente notevole delle esercitazioni, sia per la complessità dovuta alla numerosissime unità impiegate, sia per il fatto che verranno verificate le capacità di combattimento in ambiente contaminato da armi chimiche, sempre secondo quanto dichiarato dal contrammiraglio Habibollah Sayyari.

GeoPoliticalCenter

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