Immigrazione: Ue ai 27: basta chiacchiere, piu’ solidarieta’ e fondi per richiedenti asilo

BRUXELLES – ‘‘Il tempo delle chiacchiere e’ finito”. Tra i 27 deve scattare una vera solidarieta’ di fronte al crescente numero di migranti in arrivo a Malta e Lampedusa.

Lo ha chiesto Cecilia Malmstrom, commissaria Ue per gli affari interni, presentando il progetto per redistribuire tra gli stati membri i richiedenti asilo (260.000 nel 2010) che per il 75% gravano su soli 6 paesi: Francia, Germania, Belgio, Gb, Svezia e Italia. Malmstrom propone tra l’altro di dare assistenza finanziaria per facilitare la redistribuzione. Malmstrom ha ammonito che ”imprevedibili eventi possono colpire paesi diversi da quelli attualmente piu’ esposti” ai flussi migratori ed ha sollecitato a fare avanti ”nei difficili negoziati” per definire la riforma della politica europea d’asilo.

Dopo aver sottolineato che il picco immigratorio verso l’Unione europea e’ stato nel 2001 con 425.000 richieste, piu’ che dimezzato nel 2006 (200.000) e risalito a 260.000 nel 2010, Malmstrom ha affermato che nella prima meta’ del 2011 ci si aspetta un incremento del 14% rispetto all’equivalente periodo dell’anno precedente.

Secondo i dati Eurostat, in Europa il paese che nel 2010 ha ricevuto piu’ richieste di asilo e’ stata la Francia (52.725), davanti a Germania (48.490), Svezia (31.875), Belgio (26.130), Gran Bretagna (23.715), Olanda (15.100), Austria (11.050), Grecia (10.275) e Italia (10.050).

La Commissaria ha pero’ invitato a ”mettere in prospettiva” la realta’ del peso migratorio sull’Europa visto che ”il primo paese al mondo per richieste d’asilo e’ il Sudafrica con 180.000” e visto che in Europa vive 1,6 milioni di rifugiati mentre nel solo Pakistan ce ne sono 1,9 milioni.

Tra le misure proposte nella ‘Comunicazione’ presentata dalla Malmstrom: maggior uso di personale dell’Easo per far fronte alle emergenze, aumento dell’ammontare e della flessibilita’ dei fondi, sviluppo delle ricollocazioni (che restano pero’ su base volntaria) e introduzione di un sistema di allerta rapido per affrontare emergenze dei sistemi di asilo dei singoli paesi.

Su tutto il richiamo ”a rimettere la casa in ordine”, rivolto ”ai paesi in cui il sistema non funziona” con chiaro riferimento alla Grecia che sta facendo passi avanti.

ansa

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