Cina tenta di legalizzare la ‘scomparsa’ dissidenti

Ai Weiwei

Il governo cinese sta progettando di cambiare il suo codice penale in modo da rendere legali le ”scomparse” di dissidenti. L’istituto legalizzato della ”residenza sorvegliata”, variante degli arresti domiciliari, permetterebbe alla polizia di detenere per 6 mesi i sospetti in località di sua scelta senza l’obbligo di avvertire le famiglie.

Gli emendamenti proposti alla legge che prevede l’istituto della ‘residenza sorvegliata’, una variante degli arresti domiciliari, permetterebbero alla polizia di detenere per sei mesi i sospetti in località di sua scelta senza l’obbligo di avvertire le famiglie. Di fatto questo è quello che è successo nei mesi scorsi a decine di attivisti per i diritti umani e di dissidenti il più noto dei quali è l’ artista Ai Weiwei, detenuto per tre mesi prima di essere rilasciato alla fine di giugno.

Human Rights Watch, un gruppo umanitario con base a New York, ha sottolineato in un rapporto diffuso all’inizio dell’anno che Pechino non ha tenuto fede alle promesse contenute nel piano per il miglioramento dei diritti umani pubblicato nel 2009, nel quale si affermava la volontà di rafforzare la protezione di una serie di diritti civili e umani.

 

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