“non sono “i nostri politici”, ma i nostri carnefici!”…”dai loro frutti li riconoscerete”

bodrini kyenge resizer

 

Languiva il 2003 in un moribondo incendio di fogliame autunnale, se ne andava un altro anno di crisi demografica, di vita italiana agonizzante nei reparti di maternità come raro fiore seminato in un grigio deserto di desolazione quando con avvilita amarezza lessi questo deprimente dato che si diffuse nel mio animo come un funebre lamento di campana gemente per questo mio glorioso e antico popolo italiano ormai incamminato sulla strada dell’estinzione dal tradimento di chi dovrebbe averne invece a cuore le sorti (gli strapagati governanti che abbiamo): <<ROMA – Gli stranieri in Italia raddoppiano ogni dieci anni, e il tasso di crescita sembra destinato a salire. Un dato che si fa ancora più rilevante se confrontato con quello del resto del mondo, dove il raddoppio avviene solo ogni 35 anni. A fare il punto sull’immigrazione in Italia è ancora una volta la Caritas, che ha presentato ieri a Roma il dossier “Contemporary immigration in Italy: current trends and future prospect”. (1)>>

Immediatamente cercai di fugare quel senso di dispiacere profondo che una notizia così orrenda non può non produrre in chiunque nobilmente ami la Patria, accendendo in un recondito angoletto del mio cuore un verdeggiante barlume di speranza e illudermi che un simile esecrabile scempio dell’amata Italia non sarebbe potuto continuare impunemente ancora a lungo. Siamo un popolo millenario, mi ripetevo, non permetteremo mai al canagliume politico di regalare la nostra Patria a questa pessima alluvione immigratoria e ricorrendo al misero conforto di una pietosa menzogna dipingevo nel mio cuore queste parole di Gioberti <<la mia speranza é riposta in due cose sole ugualmente essenziali e inseparabili, cioè il popolo e la guerra>> … ma non era che un vano miraggio!

In questo maledetto campo di genocidio che é l’attuale Repubblica italiana, infatti, la scellerata masnada politica alla quale siamo sottomessi é riuscita a fare pure di peggio. Non solo ha distrutto la nostra società seppellendo quei gioielli di suprema bellezza che erano le città italiane in un letamaio di degrado sociale e portato alla fame, anzi al suicidio, il paese della dolce vita (2); ma ha pure proseguito quella sua demente (o criminale?) politica esterofila con un desiderio d’invasione allogena così smoderato (3) che dieci anni dopo, nel 2013, giungeva questa nuova litania funerea <<Sono oltre 4 milioni – principalmente romeni e albanesi – gli stranieri che nel 2012 risiedono in Italia, numero quasi triplicato rispetto a dieci anni prima, quando erano meno di 1,4 milioni. >> (4)

Quindi gli stranieri in Italia… altro che raddoppiare!

Per colpa delle politiche mentecatte dei vari governi insediatisi per fare la nostra disgrazia si sono addirittura triplicati nel giro del successivo decennio! E tutto questo mentre la nostra popolazione é in picchiata demografica e sta rapidamente scomparendo <<La prima fascia dell’età lavorativa, quella dei giovani dai 15 ai 24 anni, si é assottigliata in Italia di oltre 2 milioni e 800 mila soggetti dal 1991 al 2011. >> (5)

É scritto nel Vangelo <<dai loro frutti li riconoscerete>>.

E adesso fate ben attenzione. Nella “Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio” (11 dicembre 1948) é considerato tra gli atti che rientrano in questa categoria anche quello di <<Influenzare deliberatamente le condizioni di vita del gruppo con lo scopo di portare alla sua distruzione fisica totale o parziale>>.

Ed é proprio quello che sta succedendo! Noi veri Italiani, siamo le vittime di una politica di genocidio perpetrata dal nostro stesso governo! Pertanto miei cari compatrioti non posso che lanciarvi questa esortazione:

Aprite gli occhi! Questi non sono “i nostri politici”, ma i nostri carnefici!

 

Ernesto Micetich

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One thought on ““non sono “i nostri politici”, ma i nostri carnefici!”…”dai loro frutti li riconoscerete”

  1. Il diritto non è giustizia,e’ solo un altro modo di costringere il debole o il vinto ad accettare con serenità determinate imposizioni.La forza di impone talvolta con le armi,altre volte,più spesso,si impone attraverso LA LEGGE. Egli uomini si illudono di essere meno schiavi delle leggi piuttosto che delle armi:MOLTI POPOLI SONO STATI STERMINATI PIÙ DALLE LORO LEGGI CHE DALLE ARMI.(anonimo€

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