Dai Paesi donatori 3,25 mld di euro per il Mali, 520 milioni dalla UE

euro16 magg – La comunità internazionale torna a occuparsi di Mali. E lo fa con ampie promesse. A poco più di cinque mesi dall’inizio dell’offensiva armata francese, volta a fermare l’avanzata dei ribelli islamici nel nord, i rappresentanti di 103 Paesi e organizzazioni si sono ritrovati oggi a Bruxelles per la conferenza internazionale dei donatori, organizzata da Mali, Francia e Unione europea. L’obiettivo era raccogliere 2 miliardi di euro, parte dei 4,3 miliardi previsti dal piano di ricostruzione per riportare il Paese a una democrazia stabile. Ma le promesse sono andate ben oltre, con un totale di 3,25 miliardi da parte dei donatori.

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PRESIDENTE: UN SUCCESSO. “Questa conferenza è stato uno vero successo”, ha commentato il presidente ad interim del Mali, Dioncounda Traoré, che non ha avuto altre parole per ringraziare le 103 delegazioni di Paesi e organizzazioni presenti all’evento. Traoré, che ieri ha annunciato il 28 luglio come data per le elezioni presidenziali, ha ammesso che si sarebbe detto soddisfatto anche di raggiungere solo 1,6 miliardi, una soglia superata di gran lunga.

LE PROMESSE DI FONDI. Se ieri l’Unione europea aveva promesso lo stanziamento di 520 milioni di euro a fare del programma di ricostruzione, oggi sono arrivati gli impegni degli altri Paesi. Il governo britannico ha garantito che stanzierà 128 milioni di sterline (151 milioni di euro) per aiutare a rafforzare la sicurezza del Mali e del Sahel, da elargire nei prossimi tre anni. La Francia, attraverso il presidente François Hollande, promette 280 milioni, mentre la Germania 100 milioni di versare nel corso del 2014. Gli Stati Uniti, attraverso il portavoce del dipartimento di Stato Patrick Ventrell, fanno sapere che chiederanno al Congresso di stanziare 180 milioni di dollari (139 milioni di euro) nel 2014, dopo le elezioni.

OXFAM: IMPEGNO INTERNAZIONALE SIA COSTANTE. Soddisfatte per l’esito della conferenza sono le organizzazioni non governative, tra cui Oxfam, che però chiede di non abbassare la guardia. “Queste generose promesse per aiutare il Mali – ha dichiarato Marietou Diaby, direttore di Oxfam nel Paese africano – sono molto ben accolte. Ma devono essere viste come un acconto, non come un assegno una tantum. Come abbiamo visto in Afghanistan e Somalia, la pace a lungo termine non può essere raggiunta senza un impegno costante sia all’interno del Paese sia all’interno della comunità internazionale”.

ALLARME POVERTA’. Aprendo la conferenza, il ministro delle Finanze di Bamako, Tiena Coulibaly, aveva sottolineato che la crisi iniziata nel 2012 a seguito del colpo di Stato ha avuto gravi conseguenze per i cittadini, per il settore turistico e tutta l’economia. “Questo ha portato a povertà, estrema povertà, a disoccupazione e all’insorgere di malattie”, ha dichiarato il ministro. L’allarme viene però anche dal World Food Program (Programma alimentare mondiale), attraverso la direttrice esecutiva Ertharin Cousin. “Abbiamo ancora 300mila persone rifugiate internamente dal nord del Mali, che ora vivono nel sud, e 175mila persone fuggite in Burkina Faso, Niger e Mauritania. Il governo stima che oltre 660mila bambini sotto i cinque anni sono a rischio di malnutrizione cronica”, ha detto la Cousin sentita da Associated Press. Inoltre, spiega, più di 700mila adulti “necessitano immediata assistenza alimentare”.

LA CRISI. La crisi politica del Mali è iniziata nella primavera dello scorso anno, quando alcuni gruppi ribelli hanno preso il controllo del nord del Paese in seguito a un colpo di Stato militare che ha rovesciato il governo di Bamako. L’11 gennaio scorso la Francia, ex padrone coloniale del Mali, ha lanciato un’operazione armata per bloccare l’avanzata dei ribelli islamici. Le truppe francesi sono state affiancate da quelle di altri Paesi africani. Ora si punta alla ricostruzione e all’istituzione di un governo stabile. Ieri, il presidente ad interim Traoré ha annunciato che le elezioni presidenziali si terranno il 28 luglio, e ha sottolineato che né lui né alcun membro del governo di transizione correrà per l’incarico. ansamed

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