Con siringa infetta tenta di pungere agenti, giudice lo libera

Paoloni (Sap): «Cosa deve accadere per vedersi convalidato un arresto?». «Un uomo sieropositivo in stato di alterazione psico fisica, ha minacciato i colleghi del commissariato di Sesto San Giovanni tentando di pungerli con una siringa sporca di sangue. Solo la prontezza di un collega, ha permesso di disarmarlo in sicurezza senza che questo potesse arrecare danno agli altri. Arrestato per minacce e resistenza ne è stata disposta l’immediata liberazione, poiché non è stato autorizzato l’arresto. Per il giudice l’incolumità dei colleghi non è stata posta a rischio».

A denunciarlo è Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap).

«Nel decreto di immediata liberazione – prosegue Paoloni – il Pubblico Ministero ha ritenuto che il comportamento non fosse idoneo a mettere a rischio l’incolumità e la sicurezza dei colleghi poiché la condotta non ha posto in essere alcuna aggressione fisica nei confronti degli agenti operanti. Brandire una siringa infetta non è ritenuto sufficiente per configurare il reato di resistenza o violenza a pubblico ufficiale. Cosa sarebbe dovuto accadere, per vedersi convalidato l’arresto? I colleghi avrebbero dovuto essere infettati? Decisioni come queste pongono i delinquenti nella condizione di assumere condotte simili nella consapevolezza di restare impuniti. Chi ha il dovere di garantire la sicurezza nel nostro Paese, se non viene adeguatamente tutelato, oltre a rischiare la propria incolumità fisica, non viene posto nella condizione di svolgere al meglio il proprio servizio. Sono indispensabili – conclude – idonee tutele professionali che salvaguardino e garantiscano gli operatori di Polizia rispetto ai delinquenti e non viceversa».

Roma, 05 febbraio 2020 – comunicato stampa

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