Riforma Mes, Patuelli (Abi): governo non mi ha informato

Il presidente dell’Associazione bancaria italiana, (Abi), Antonio Patuelli, ha detto oggi a Bruxelles che le banche italiane potrebbero smettere di acquistare titoli di Stato nazionali se la riforma dell’Esm, il “Fondo salva-Stati” dell’Eurozona, che dovrebbe essere conclusa a dicembre, “altererà le condizioni” per chi detiene il debito pubblico. Patuelli ha affermato di non essere stato messo al corrente dal governo dei negoziati in corso per la riforma dell’Esm, e di non conoscere la modifica delle “clausole di azione collettiva” (Cacs) che si vogliono introdurre, e che renderebbero più facile l’eventuale ristrutturazione del debito pubblico degli Stati membri.

“Guardate – ha detto Patuelli a margine di un incontro dell’Abi con i giornalisti a Bruxelles – io non ne so niente; ho solo letto i giornali stamattina. Ma sono materie sulle quali il mondo bancario italiano non è stato messo al corrente da parte delle istituzioni. Non ci hanno detto nulla. L’impatto è per il tesoro italiano, e su noi per conseguenza. Ma a noi non hanno comunicato nulla. Leggo solo i giornali; le cose che ho letto di più sono sull’Huffington Post di stanotte”.

E a chi gli ricordava che c’è stato un accordo politico all’Eurogruppo, e che a dicembre sarà chiuso il negoziato, il presidente dell’Abi ha risposto: “Io non ho avuto notifica alcuna, coinvolgimento alcuno, leggo, guardo gli atti, le responsabilità sono istituzionali, non c’è una compartecipazione, un tavolo in proposito, e di conseguenza ognuno di risolverà…”

“Noi – ha aggiunto Patuelli – di problemi ne abbiamo già abbastanza. Questo è un problema delle istituzioni della Repubblica; non è il contratto nazionale di lavoro dei bancari, che è un problema nostro, non è il salvataggio più o meno coatto di banche concorrenti, che è diventato un problema nostro. Questo è un problema della Repubblica, e noi facciamo parte della Repubblica. Semmai – ha puntualizzato – si dovrà chiedere agli esponenti della Repubblica perché non ci hanno consultati”.

Ma, gli è stato chiesto, se c’è una clausola che faciliti la ristrutturazione del debito a certe condizioni, non ci sono conseguenze per chi acquista i bond? E allora, ha risposto il presidente dell’Abi, “non li compreremo più. Voglio dire: siamo liberi di comprare quello che vogliamo, non abbiamo vincolo di portafogli. Noi abbiamo in questa fase circa 400 miliardi di debito pubblico italiano. Come investitore il mio problema è che cosa la Repubblica fa per tutelare il debito pubblico. Il problema è il debito pubblico italiano, che non è il debito delle banche”.

Insomma, ha continuato Patuelli, “se le condizioni relative al debito pubblico si alterano, o per maggiori assorbimenti, o per elementi che favoriscono sinistri, è chiaro che le banche italiane sottoscriveranno meno debito pubblico. E non saranno mica solo le banche. Io non parlo a nome di altri, ma non saranno solo le banche: perché su 2.350 miliardi la gran parte oggi è sottoscritta da soggetti nazionali. E quindi il problema è dei signori. Io non mi intrometto nelle polemiche interne politiche e governative: non hanno fatto un tavolo con i loro ‘stakeholder’, di conseguenza le loro responsabilità se le gestiscono da loro io giudicherò dopo”, ha concluso il presidente dell’Abi. (askanews)

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