Proteste in Iran, Amnesty: 100 morti. Blackout internet

ROMA, 19 NOV – Almeno 106 persone sono state uccise nelle manifestazioni degli ultimi giorni in Iran, secondo Amnesty International. L’organizzazione afferma di essere arrivata a questa conclusione attraverso “video verificati, testimoni oculari e informazioni raccolte da attivisti fuori dall’Iran”, che mettono in luce una serie di “uccisioni illegali da parte delle forze di sicurezza iraniane”. Secondo Amnesty, il perdurante blocco di Internet servirebbe “a creare un black-out dell’informazione sulla brutale repressione”.

I leader delle violente proteste verranno impiccati. Lo sostiene il quotidiano conservatore Kayhan, molto vicino alla Guida suprema Ali Khamenei, citando fonti giudiziarie, secondo cui i dimostranti sarebbero stati pagati per “creare il caos”. Il crimine che verrà contestato ai manifestanti, sottolinea il giornale, è quello di ‘Baghi’, cioè rivolta armata contro le autorità e i principi del sistema della Repubblica islamica.

Il portavoce della magistratura di Teheran ha fatto sapere che “un gran numero” di persone, ritenute responsabili di “sabotaggi e disordini” è stato identificato e verrà arrestato, aggiungendo che tra i ricercati ci sono anche persone accusate di aver inviato video delle manifestazioni a media stranieri.

E il ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, accusa: il sostegno espresso dagli Stati Uniti al popolo iraniano per le manifestazioni contro il rincaro della benzina è “una vergognosa bugia” e “uno show ipocrita”. Il segretario di Stato americano Mike “Pompeo deve per prima cosa rendere conto degli atti di terrorismo e dei crimini contro l’umanità compiuti nei confronti del popolo iraniano”, ha aggiunto Zarif, criticando anche l’appello di Francia e Germania a non reprimere le proteste. “Gli europei, che sostengono i disordini per cercare di nascondere la loro incapacità rispetto agli Usa” sulle trattative con l’Iran, “saranno responsabili delle conseguenze delle loro pericolose provocazioni”, ha aggiunto il capo della diplomazia di Teheran.

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