Reggio Emilia: denunciate assistenti sociali che ‘rapirono’ bimba di 2 anni

REGGIO EMILIA (11 Settembre 2019). Stefania e Marco hanno denunciato le due assistenti sociali responsabili del “rapimento” della loro figlioletta. I due genitori di Reggio Emilia, attraverso il loro legale, l’avvocato Francesco Miraglia, hanno sporto querela contro le due assistenti sociali del Servizio sociale Polo Est di Reggio Emilia per abuso di ufficio, falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità, sostituzione di persona, false dichiarazioni all’autorità giudiziaria e violenza privata.

«Chiediamo inoltre che vengano estromesse da questo caso e cessino immediatamente di seguirlo» dichiara l’avvocato Miraglia, «anche perché hanno commesso un ennesimo, incredibile e increscioso atto: hanno gettato la documentazione relativa alla bambina dentro un bidone della spazzatura lungo la strada, visibile a tutti, con i dati sensibili bene in evidenza. Li hanno trovati, passando, proprio i due genitori della piccola, che hanno scoperto così, dai documenti gettati per strada, dove fosse alloggiata la loro figlioletta. Un altro episodio di una gravità inaccettabile».

La signora Stefania, che in passato aveva fatto uso di droga, al momento di partorire la bambina si è trovata contro i Servizi sociali, che le hanno tolto la figlioletta asserendo di aver trovato tracce di sostanze stupefacenti nel suo organismo e in quello della neonata. Nulla di più falso, come dimostrano le cartelle cliniche. Ma la bimba, incredibilmente, le è stata portata via ben due anni dopo la sua nascita, e per di più nel corso di un blitz vergognoso e agghiacciante: fingendosi volontari dell’Enpa, l’ente di protezione animali, lo scorso 3 aprile addetti dei Servizi sociali si sono presentati a casa della donna, distraendola mentre qualcun altro saliva a prendere la piccola, l’afferrava dal lettino in cui dormiva, senza vestirla, e fuggiva verso l’auto con lei tenuta a penzoloni e sballottata come un sacco. Tutto ripreso, fortunatamente, dalle telecamere di sorveglianza di cui la casa è dotata.

«Ci aspettavamo che il Comune di Reggio Emilia chiedesse scusa a questa famiglia per come ha pianificato il blitz, che neanche le teste di cuoio organizzano in maniera così abile» prosegue l’avvocato Miraglia. «Oppure che promuovesse all’antiterrorismo le due assistenti sociali che lo hanno organizzato così bene. Invece il Comune ha denunciato la famiglia per diffamazione a mezzo stampa. Se questo è il modo di gestire le vicende dei bambini e il modo di agire dei Servizi sociali, l’unica soluzione è denunciare le assistenti sociali».

Della vicenda, che tanto scalpore ha suscitato a livello nazionale, l’avvocato Miraglia parlerà stasera, nel corso della trasmissione “Fuori dal coro” con il giornalista Mario Giordano.

Avv. Francesco Miraglia

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