Anziani morti per disperazione: chiesa, buonisti e paladini umanitari non fiatano

Dove sono finiti gli umani? La pietà? Il rispetto? Nulla di nulla. Due anziani morti a Roma. Il marito ammazza la moglie e poi si spara. Perché erano diventati poveri e non riuscivano a pagare l’affitto di casa. Ci fosse stato un cane a commentare con parole sincere, col dolore, con la rabbia, questa triste storia di 48 ore fa. Tutto passa nel buio del tempo metropolitano. Tutto si annebbia in una Nazione che stentiamo a riconoscere ogni giorno di più.
Un politico di governo. Uno di opposizione. Un sindacalista. Il governatore. Il sindaco. Un assessore qualunque. L’elemosiniere del Papa. Un prete. Nulla. Nessuno. Solo silenzio per quella coppia di disperati. Si amavano da una vita e l’hanno fatta finita nello stesso momento. Si amavano, ma odiavano un’esistenza infame.

Poveri africani, li dobbiamo aiutare. I due nostri vecchi no… Avevano 77 e 74 anni, l’età in cui si definiscono ancora “giovani” i nostri vecchi quando li accompagniamo tristemente nel viaggio verso il Cielo. Stavolta hanno voluto fare da soli, non sono servite le malattie. Sono stati contagiati dal morbo della povertà.
Fa riflettere davvero questa storia, anche perché lui, il marito che ha fatto fuoco due volte, era un professionista. Un anziano avvocato civilista. Chi ricorda il ceto medio alzi la mano, perché ormai si sta precipitando sempre più in basso. Debiti, affitto e vitto: tutto sembra terribilmente più difficile.
Eppure si spendono fior di miliardi di euro per gestire l’immigrazione. Poveri africani, li dobbiamo aiutare. L’avvocato e la sua consorte invece dovevano morire, con un paio di pistolettate….

L’elemosiniere, il sindaco, il governatore: tutti zitti – – In Vaticano quello che dispensa opere di bene ai centri sociali che occupano gli stabili non lo sa come si vive nella periferia della metropoli. Tace il Campidoglio, che si dispera più per i sondaggi che per quei poveri vecchi. Per non parlare di una Regione orfana del presidente ma non delle poltrone. Chi se ne frega della tragedia di Tomba di Nerone, quasi una presa in giro la location dell’omicidio-suicidio.

L’indignazione per fortuna c’è ancora nella società. La leggi nelle pagine Facebook e non sui giornaloni: scrive Carmelo Fontana, antico militante della destra, che tutto avviene “nell’indifferenza di una Chiesa e di uno Stato che è sociale solo per gli stranieri e i delinquenti e molto avaro nei confronti degli anziani e di quei figli che appartengono all’anello più debole che si nasconde per dignità“.
Il prete che si dispera solo per la Sea Watch

“Da ieri sera, sto dormendo sulla piazza della città e lo farò fino a quando i 42 migranti della nave Sea Watch non verranno portati in un luogo sicuro”. Dice senza vergognarsene don Carmelo La Magra, parroco di San Gerlando a Lampedusa, a Vatican news. “Ora l’imbarcazione è ferma da otto giorni a 15 miglia dalle nostre coste – prosegue – e insieme a me ci sono molte persone della mia comunità parrocchiale, della Federazione delle Chiese Evangeliche e non credenti. Non è una protesta, è un gesto di condivisione e di solidarietà con chi non ha nulla”.

A questo prete diciamo di svegliarsi e poi vergognarsi, altro che dormire fuori casa perché lo scafista ci scarica il suo bottino di carne umana. Anche tu hai sulla coscienza quei due poveri morti di Roma. Siete solo falsi buonisti.

Francesco Storace

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