‘Dittatura giudiziaria’ al servizio di un Partito, il danno è irreversibile

di Ornella Mariani

La Legge è veramente uguale per tutti o c’era e c’è una Magistratura a due velocità?
Sugli atti giudiziari, come un dovuto porsi al di sopra di chiunque!, il nome dei Componenti del Collegio giudicante precede il cognome; per contro, il cognome dei Denuncianti, degli Indagati e degli Imputati è anteposto al nome.
E’ il primo dettaglio sintomatico di quel delirio di onnipotenza degenerato nel terremoto che ha scosso le fondamenta del Palazzo dei Marescialli, rilanciando la Questione Morale ed evidenziando lo squallore dei Censori:
Quelli che hanno faziosamente destabilizzato il Paese, influenzandone l’andamento politico;
Quelli che a colpi di contrapposizioni interne amministrano l’A.N.M. e gestiscono gli equilibri del C.S.M.;
Quelli che assumono iniziative disciplinari e dispensano promozioni ai Colleghi omaggiandone l’estrazione partitica;
Quelli che, con interpretazioni della Legge non di rado arbitrarie e irresponsabili, decidono i destini dei Cittadini;
Quelli che usano la propria indipendenza istituzionale per svilire anche le Leggi dello Stato e i provvedimenti dei Governi;
Quelli per i quali si è smesso da lustri di essere “Innocenti fino a prova contraria”, poiché si è “Colpevoli fino a prova contraria”….
Quelli che, ribaltando i cardini dello Jus romano e la materia legislativa emanata da Ruggero II in materia di “Colpa” e “Dolo”, hanno costituito una doppiopesista Casta di Intoccabili.

Con la regia di un ignoto Zeus, però, sono stati travolti da una misteriosa Pandora dal cui vaso sono emersi rivalità; odio; menzogna e avidità.
Sub Judice, per ora, è il potentissimo Luca Palamara che, già Presidente dell’A.N.M. e P.M. alla Procura capitolina, è al centro di una inchiesta per corruzione per avere accettato denaro e viaggi e gioielli e doni da Lobbysti e Avvocati, in cambio di favori nelle nomine di alcuni Magistrati. La stessa indagine coinvolgerebbe il Consigliere del C.S.M. Luigi Spina ed il P.M. Stefano Rocco Fava, ai quali sarebbero contestati la rivelazione di segreto d’ufficio e il favoreggiamento personale per avere informato il collega dell’attività giudiziaria a suo carico.

A fronte della chiamata in causa di altri Pezzi togati del C.S.M. e dei loro incontri con segmenti politici del PD, per la nomina del Procuratore della Repubblica di Roma “giusto” a sostituire il pensionato Giuseppe Pignatone, l’A.N.M. ha dichiarato che vicende di “inaudita gravità” hanno mostrato “l’esistenza di una questione morale nella Magistratura”.
E parole di fuoco sono state pronunciate anche dal pidino vicePresidente del C.S.M. David Ermini: “…Gli eventi di questi giorni hanno inferto una ferita profonda alla magistratura e al C.S.M. … o sapremo riscattare con i fatti il discredito che si è abbattuto su di noi o saremo perduti…”

Il danno è irreversibile, stante la ostile diffidenza della Pubblica Opinione nei confronti di una Magistratura che, sempre più spesso, non amministra la Giustizia ma la utilizza isolando i Cittadini; sprezzandone i diritti fino ad imporre il ristoro dei danni ai Criminali, così saldando danno e beffa; istituendo di fatto una singolare dittatura giudiziaria al servizio del Partito che le dà sponda: quello che consentì nel 2014 al governo Renzi, con decreto legge, di abbassare l’età pensionabile dei Giudici per liberare una serie di “utili” posti direttivi e che tentò di influenzare le nuove nomine…
Fu il via per quella scomposta corsa al controllo delle Procure, interrotta da questo “incidente” che è solo l’inizio di una valanga destinata a scardinare un potere sempre più tracotante e fazioso.

Per una volta non sarà un Giudice, ma un Popolo ad esprimere “l’intimo convincimento” della non integrità di Pezzi di Magistratura politicizzata: quella che ha posto in essere un articolato sistema relazionale e spartitorio degno del Manuale Cencelli di democristiana memoria; che si è proposta braccio armato della Sinistra, liquidandone gli Avversari; che si è spinta verso quelle stesse sponde di corruzione strumentalmente contestate agli Antagonisti politici.

E’ la Nemesi ad esigere, adesso, la dimostrazione della innocenza rispetto alla colpevolezza pregiudiziale che domina ciascuno di noi.
E’ la Nemesi: piaccia o meno a Mattarella!, che ha aperto un capitolo “Mani Pulite” riferito a quell’intollerabile sodalizio manettaro Giudici/PD, irrispettoso della voce della Gente.

Se ne facciano una ragione per primi i Pidini, il cui recentissimo tracollo elettorale è inequivoco segnale del disgusto di un Popolo che, attraverso il voto, ha sepolto ogni strumentale aspirazione all’accoglienza e allo Ius Soli.

Se ne facciano una ragione i Magistrati le cui sentenze, troppo spesso ingiustamente irrogate, hanno allontanato il Paese Legale dal Paese Reale….

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