Migranti, Corte Ue: Paesi d’arrivo non obbligati ad asilo

BRUXELLES – Circostanze “assolutamente eccezionali” come quelle verificatesi sulla cosiddetta ‘rotta balcanica’ possono giustificare il fatto che la Stato competente per l’esame della domanda di asilo sia quello dove essa è stata presentata e non quello in cui il richiedente ha fatto per la prima volta ingresso nel territorio dell’Ue. Questa la conclusione a cui è giunto l’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione che ha quindi proposto di respingere i ricorsi presentati da Slovenia e Austria.

Per Lubiana e Vienna le richieste dei migranti presentate alle rispettive autorità avrebbero dovuto essere esaminate dalla Croazia, cioè dal Paese in cui si è verificato il loro primo ingresso nell’Ue. Ma questa tesi è stata respinta dall’avvocato sostenendo tra l’altro che, “se gli Stati membri di confine, quali la Croazia, fossero ritenuti competenti per accogliere e gestire numeri eccezionalmente elevati di richiedenti asilo, vi sarebbe il rischio concreto che non siano in grado di far fronte alla situazione”.

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