Migrante ucciso, la supertestimone ribalta tutto: erano loro gli aggressori

 

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Fermo, 7 luglio 2016  da ilrestodelcarlino.it – «Purtroppo ho assistito alla scena e ed ho visto che il giovane fermano, prima di sferrare il pugno, è stato letteralmente assalito dalla vittima e da sua moglie (qui la versione di Chimiary). Lo hanno picchiato per quattro o cinque minuti e lo hanno colpito anche con il palo di un segnale stradale».

A parlare è Pisana Bachetti, la donna di Fermo che per prima ha avvisato la polizia e che ha assistito alla tragedia consumatasi martedì pomeriggio. «Ero presente – aggiunge la donna che ha raccontato quanto accaduto anche agli inquirenti – e voglio precisare che quel povero ragazzo nigeriano, prima di cadere a terra per un pugno subìto, si è reso protagonista di un vero e proprio pestaggio del 39enne fermano. Per quattro o cinque minuti è stato attaccato simultaneamente dal giovane di colore e da sua moglie. Lui (Emmanuel, ndr) addirittura lo ha colpito con un segnale stradale trovato nei pressi facendolo cadere a terra e poi hanno continuato a picchiarlo. Quando ho visto quella scena, ho chiamato la polizia perché temevo per l’incolumità del 39enne fermano, che ha reagito con un colpo, purtroppo per la vittima, ben assestato. Qualcuno ha cercato di intervenire, ma è stato preso a scarpate dalla moglie del giovane di colore. Casualmente sono giunti sul posto gli agenti delle polizia municipale, perché, nel frattempo, la moglie di Emmanuel aveva fatto una telefonata ed erano arrivati una quindicina di nigeriani pronti ad entrare in azione».

La donna, ancora sconvolta conclude con una considerazione personale: «Poi diventa facile parlare di razzismo, ma dovevate esserci per capire la furia dell’aggressione a danni di quel fermano».

AGGIORNAMENTO – L’AUTOPSIA CONFERMA LA TESTIMONIANZA – 9 LUGLIO 2016

dall’autopsia un quadro compatibile con la legittima difesa

Un solo pugno tra la mandibola e il labbro inferiore, forte ma non fortissimo tanto da lasciare la dentatura intatta, una pesante rima di frattura al cranio, provocata dalla caduta e relativo urto contro il marciapede, con conseguente emorragia. Sono gli elementi emersi dall’autopsia Emmanuel Chibi Namdi, il nigeriano morto dopo essere stato colpito da Amedeo Mancini.

L’ esame autoptico, durato circa 4 ore, ha rivelato che il corpo dell’uomo è quasi totalmente integro a parte un’abrasione al polso,un ematoma a un polpaccio, segni di unghiate.

Un quadro compatibile con un ventagli di reati dalla legittima difesa all’omicidio preterintenzionale. L’inchiesta della Procura di Fermo prosegue. ansa

Contrariamente a quanto dice la moglie, che parla solo inglese, EMMANUEL Chidi Namdi non è stato colpito con il palo della segnaletica stradale.

I risultati dell’autopsia cambiano radicalmente le carte in tavola e confermano ulteriormente la versione fornita dall’indagato e dai 4 testimoni.

Parla il legale di Mancini

 

 

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2 thoughts on “Migrante ucciso, la supertestimone ribalta tutto: erano loro gli aggressori

  1. Anni fa mi capitò analogo episodio, coppia di colore che mi assalirono per un parcheggio, andò bene, perchè intervennero altre persone per calmare gli animi. Altrimenti o passavo per un razzista e fascista picchiatore o finivo all’ospedale.

  2. Insomma siamo arrivati al punto che se passeggiando discuto con qualcuno e quello (magari insieme ad altri) mi prende a sprangate con un segnale stradale in ferro, io cerco di difendermi e purtroppo lo uccido, se l’aggressore era un bianco mi va bene (!) e vengo condannato per eccesso colposo di legittima difesa. Ma se disgraziatamente era anche solo un pò scuro (nero non si può dire !) passo ancora più guai perchè sono considerato razzista; e magari gli altri aggressori che si sono salvati vengono pure invitati in TV. A questo punto conviene farsi prendere a sprangate e comunque scappare sempre………

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