Circoncisioni islamici, in Italia 50% fatte in casa in ambienti non sterili

 

Circoncisioni fatte in casa o in ambienti tutt’altro che sterili, da persone non qualificate e che mettono a rischio i bambini, spesso piccolissimi, di morte o di malformazioni gravi.  Torino, bimbo ghanese circonciso in casa: morto

circoncisione

E’ appena successo a Torino ma il fenomeno, spiega Mustafa Qaddourah, pediatra e consigliere del Centro Islamico Culturale di Roma, riguarda tutta l’Italia, dove fino a metà delle circoncisioni viene fatta in maniera clandestina per l’alto costo dell’operazione, che non è riconosciuta dal Servizio sanitario nazionale. “Il problema è noto, ne abbiamo parlato e ne parliamo ai congressi scientifici, ci siamo rivolti alle istituzioni e anche ai politici. Il Sistema Sanitario Nazionale non riconosce la pratica se eseguita per motivi culturali e non medici, e questo porta chi non può permettersi di andare in clinica a rivolgersi a questi ciarlatani – spiega l’esperto -.

Secondo le nostre stime il 30-40% dei musulmani preferisce farla nel paese di origine, ma un altro 30-50% si rivolge a personale non autorizzato, che opera in ambienti non idonei con il risultato di ammazzare i bambini o di provocare gravi malformazioni, che noi poi vediamo nei nostri studi durante le visite. Casi come quello di Torino ci sono stati a Treviso come in Puglia, il fenomeno riguarda tutta l’Italia”. Una stima è difficile, afferma il pediatra, ma secondo una ricerca Caritas sono circa 50mila i bambini musulmani in età prescolare e scolare. Una circoncisione non autorizzata costa 30-50 euro. ansa

 

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