Putin da’ una pedata alle agenzie di rating anglosassoni asservite a Washington

 

Si chiama “Akra” – acronimo in russo di Agenzia di valutazione e analisi del credito – ed è la risposta di Putin al cartello delle agenzie di rating anglosassoni, che secondo Mosca assestano declassamenti punitivi sulla base dei diktat di Washington. L’agenzia russa “avendo ottemperato agli obblighi di registrazione legale inizia le sue attività operative”, riporta un comunicato.

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A livello logistico, la struttura è stata messa in piedi dalla Banca centrale e segna un nuovo caso di questo genere. Perché il presidente russo non è certo il primo, nei Paesi emergenti, a volersi affrancare da quello che viene vissuto con crescente disagio: l’essere sottoposti al giudizio di società occidentali, dominate dal trio S&P, Fitch e Moody’s. Che in caso di tensioni geopolitiche si sospetta possa inasprirsi, con conseguenti rincari sui costi di finanziamento.

Perché i rating assegnati dalle agenzie, essendo una valutazione sull’affidabilità creditizia, forniscono agli investitori una indicazione sulla sicurezza di un titolo e conseguentemente hanno un peso rilevante su quanto l’investitore sia disposto a pagare. Oppure, messo in altri termini, su quanto pretenda in rendimenti per assumersi il rischio.

Ben prima di Mosca si sono mossi in cinesi, con l’ormai nota agenzia Dagong che ha aperto una sede anche a Milano.

A dirigere Akrà è stata chiamata la ex numero due del gigante energetico Gazprom, Ekatérina Trofimova. Il controllo dell’agenzia è teoricamente diffuso, con il capitale ripartito tra una trentina di banche, fondi pensione e di investimento. Ma ovviamente diversi osservatori potrebbero sollevare scetticismi sull’indipendenza delle valutazioni.

Il varo di oggi comunque completa un percorso iniziato circa un anno fa, quando sulla Russia si abbatterono una serie di declassamenti a seguito del crollo del rublo e del contestuale pesante calo, proseguito nei mesi scorsi, sui prezzi di gas e petrolio. askanews

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