Copasir: sconfiggere Isis con la diplomazia, non con la guerra

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“Un intervento militare in Libia, al momento, è da scongiurare perché non sussistono le condizioni per muoversi in quei territori, non esiste un interlocutore locale”. Lo ha detto il vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito, in un’intervista rilasciata al quotidiano ‘Conquiste del Lavoro’. “La nostra diplomazia e la nostra intelligence – riferisce Esposito – sono le uniche che in questi mesi sono riuscite, grazie ad un lavoro straordinario, a mantenere i contatti sia con il governo di Tobruk che con quello di Tripoli. Questo è avvenuto nonostante in Libia siano saltate tutte le procedure tipiche del Da’ash, per esempio non sono stati designati i tre capi villaggio che normalmente si occupano ciascuno di un settore specifico”.

“Questa organizzazione così capillare che ha permesso all’Isis di potenziarsi anche mediaticamente – secondo Esposito – necessita di una risposta simmetrica, soprattutto dal punto di vista della comunicazione. Il rischio è che quando morirà Al Baghdadi ne possa arrivare uno peggiore, se Osama Bin Laden era il male, al Baghdadi è peggio. Se non cambiamo la nostra risposta rischiamo che possa arrivare qualcuno ancor più difficilmente controllabile del Califfo”.

Per il vicepresidente del Copasir “bisogna cominciare a parlare del Medio Oriente da mediorientali e non con la visione occidentale, così come l’Isis cerca di far passare i loro concetti nei nostri Paesi attraverso il nostro linguaggio”.

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