La Libia chiede la rimozione dell’embargo sulle armi

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Jihadisti nerlle tende Usaid

 

Il ministro degli Esteri libico, Mohamed al Dayri, ha chiesto oggi alle Nazioni Unite la rimozione dell’embargo sugli armamenti destinati alle forze armate di Tobruk. E’ quanto si legge in una nota diffusa dall’agenzia di Stato egiziana “Mena” al termine di un incontro al Cairo tra Dayri e il segretario generale della Lega araba, Nabil al Araby.

Come l’ONU sta consegnando la Libia alle milizie islamiche

Secondo il capo della diplomazia del governo di Abdullah al Thani, i paesi arabi dovrebbero “mettere in campo tutti gli sforzi per sostenere l’esercito libico nella sua guerra contro il terrorismo”.

La Lega araba, ha proseguito Dayri, e’ impegnata nella stabilizzazione della Libia, come dimostra il prossimo viaggio a Ginevra, dove si tengono i colloqui tra le parti in conflitto, da parte dell’inviato dell’organizzazione in Libia.

Un’impresa non facile quella di mettere un freno alle milizie: paradossalmente in Libia tutti hanno armi tranne il governo, che infatti preme per la fine dell’embargo Onu e spera presto di poter avviare nuovi contratti militari, anche con l’Italia.

Secondo al Thani  la missione Onu in Libia “usa un doppio standard: quando le milizie di Fajr Libya hanno colpito Tripoli e ucciso dei civili, ha taciuto. Quando i raid dell’aviazione hanno colpito i depositi di armi delle milizie islamiche, l’inviato Bernardino Leon ha detto che era inaccettabile”. “Noi abbiamo il dovere di distruggere le basi e i depositi” delle milizie filo-islamiche, ha concluso.

Ma l’ONU rifornisce i terroristi. Osservare al minuti 15:20, si vede distintamente dietro i terroristi, campeggiare il simbolo dell’agenzia

jihadisti Isis su veicoli dell'ONU
jihadisti Isis su veicoli dell’ONU

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