UE; in 3 anni abbiamo dato un mld di euro alla Palestina

euro12 dic – L’Ue deve rivedere i suoi aiuti diretti all’Autorità palestinese condizionando l’arrivo dei fondi alle riforme dell’amministrazione e della gestione di bilancio dell’Anp, attualmente non sostenibile. Questa in sintesi la posizione della Corte dei Conti europea su Pegase, lo strumento Ue che dal 2008 al 2012 ha erogato circa 1 miliardo di euro a sostegno della popolazione palestinese nei Territori, contribuendo a quasi il 20% del pagamento dei salari dei funzionari e ai servizi sanitari e scolastici.

La priorità, secondo Hans Gustaf Wessberg, responsabile del rapporto, “è quella di diminuire i costi dell’amministrazione tramite gare d’appalto e semplificare il sistema di gestione”, condizionando gli aiuti a delle riforme, visto che “il numero dei dipendenti pubblici cresce e allo stesso tempo aumenta il deficit: non è una situazione sostenibile”. L’obiettivo dell’Ue è quello di garantire servizi pubblici essenziali, quindi i soldi non dovranno più andare a dipendenti che non lavorano. “Di questi non abbiamo una cifra certa, nel nostro campione erano quattro su dieci, ma sono concentrati soprattutto a Gaza” ha spiegato il responsabile dell’audit.

“Il nostro suggerimento quindi è di sospendere il programma per i funzionari pubblici a Gaza e di dirigere quei fondi alla Cisgiordania” ha spiegato Wessberg. Inoltre “occorre trovare un modo per convincere Israele” a rendere Pegase più efficace: “potrebbe far funzionare meglio la gestione delle tasse e non impedire movimenti di beni e persone nei Territori” ha concluso.