30 nov – Fiction Rai, e non solo, per costruire l’identità mediterranea. Un suggerimento che arriva da fonte autorevole: è la stessa presidente dell’emittente di Stato a lanciare questa idea dell’uso socio-politico dello sceneggiato televisivo. Anna Maria Tarantola ha parlato oggi a Roma, all’Accademia dei Lincei, durante un incontro dedicato ai ‘Media italiani e francesi di fronte al Mediterraneo’, organizzato dall’associazione Italiques.
“La fiction – ha dichiarato Tarantola – ha un intrinseco valore sociale, culturale e anche politico, nel senso della ‘polis’. Il Mediterraneo è una super polis tenuta insieme dal mare: alla Rai ne siamo profondamente convinti. Per questo – ha aggiunto la presidente – abbiamo avviato iniziative concrete: come per esempio due fiction che tratteranno una di matrimoni misti (tra un’italiana e un nordafricano) e l’altra di separazioni e ricongiugimenti familiari. Nello specifico, un’avvocatessa italiana incontra un bambino fuggito dalla Siria che, dopo svariate vicissitudini, si ricongiungerà con i suoi parenti rifugiati in Germania”. I temi dell’attualità legati al mare nostrum, del resto, non mancano.
“La fiction deve lavorare su argomenti come le donne del Mediterraneo, potenziale motore di vero cambiamento nella regione, e l’immigrazione, un fenomeno complesso, che ha diverse facce e riguarda 232 milioni di persone nel mondo. Tanti sono i migranti. E l’Europa non è solo un porto d’arrivo: da qui ha origine il 25% dell’emigrazione verso altre aree del mondo”.
Ma raccontare le migrazioni significa andare oltre la cronaca, “oltre i barconi a Lampedusa”. “Bisogna riuscire a rendere il dramma umano di queste persone e famiglie, il dolore per i congiunti dispersi, le difficoltà nelle aree di accoglienza”. Su questo, “tutte le emittenti pubbliche dell’Unione europea devono collaborare: solo così si potrà favorire la conoscenza e incidere sulla paura”. (ANSAmed)