Minorenne violentato nel Reparto di Psichiatria II dell’Azienda Ospedaliera di Padova (USL 16) da un cinquantenne transessuale e sieropositivo
 7 dic – L’ospedale è solitamente un luogo in cui si viene accuditi e curati per poi riprendersi in mano la propria vita. Non è stato così per un ragazzo di Padova che, ricoverato nel Reparto di Psichiatria II dell’Azienda Ospedaliera (USL 16) della cittĂ , ha subito violenza sessuale da parte di un adulto. Un’esperienza traumatica, che lo segnerĂ per sempre, complice sembrerebbe, il silenzio di coloro che, di solito, sono preposti ad aiutare i pazienti.
Questa è la storia di R.M.S. e di suo figlio, 17 anni, che chiameremo Alex, affetto da un disturbo della condotta e affidato ai Servizi Sociali locali. Il 2 novembre scorso, il ragazzo viene ricoverato presso il Reparto di Psichiatria e la notte seguente si consuma la violenza: un paziente cinquantenne, trans e sieropositivo avrebbe avuto con il ragazzo un rapporto non protetto.
“Sono stata contattata telefonicamente – spiega la mamma – dal medico di guardia del Reparto alle 3 del mattino. Mi sono precipitata in ospedale, dove mi è stato spiegato che mio figlio era stato sorpreso nei bagni del reparto in compagnia di un uomo cinquantenne transessuale e sieropositivo e mi è stato detto che al ragazzo era stata somministrata la terapia prevista per evitare il contagio. Venivo poi rassicurata che null’altro era accaduto e che mio figlio era tranquillo”.
Uscita dall’ospedale la donna, vista la gravità della situazione, ha provveduto immediatamente a denunciare il fatto alle Autorità competenti.
Il giorno dopo, R.M.S. incontra nuovamente nel Reparto il figlio Alex e qui emergono nuovi, inquietanti, particolari: il personale ospedaliero presente in reparto, infatti, avrebbe riaccompagnato il ragazzo nella sua stanza senza neanche lavarlo, né avrebbe provveduto a cambiargli gli indumenti ma, cosa ancor più grave, non avrebbe denunciato l’accaduto all’Autorità . Inoltre avrebbe dichiarato il falso alla stessa madre.
Una storia, seguita dall’Avvocato del Foro di Modena Francesco Miraglia che sottolinea: “Spero caldamente che la Direzione Generale dell’ASL di Padova faccia chiarezza su quanto successo. Questo ragazzo era seguito dai Servizi sociali. E’ stato spostato più volte da una comunità all’altra e già questa situazione gli aveva creato un forte disagio. Quanto accaduto non fa che peggiorare la sua integrità fisica e psichica e invece di aiutarlo lo si è reso ancor “più malato”. Anche questo caso sottolinea come spesso i Tribunali per i Minorenni si fidino ciecamente dei Servizi sociali senza controllare effettivamente il modus operandi di questi ultimi. E’ una vicenda triste e quanto è accaduto è gravissimo”.
Dott.ssa Nadia Milliery Ognibene
Responsabile ufficio stampa
Dott. Francesco Miraglia Avvocato
