Ucraina, Tajani: “Non c’entra niente la corruzione, aiutiamo un popolo”

Tajani

“Non c’entra niente la corruzione, bene hanno fatto le autorità ucraine a far dimettere i due ministri corrotti, noi aiutiamo un popolo che non può essere considerato corrotto perché ci sono dei delinquenti e degli imbroglioni, i corrotti ci stanno purtroppo in tutto il mondo”. Così il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, rispondendo a Napoli a una domanda sugli episodi di corruzione in Ucraina.

“Proprio ieri a Roma si è svolta questa importante manifestazione dedicata alla lotta alla corruzione internazionale, voluta dal mio Ministero che abbiamo organizzato insieme ai ministri della Giustizia e dell’Interno, con la presenza anche di autorità messicane, quindi figuriamoci, noi siamo in prima fila – ha ribadito il titolare della Farnesina – Siamo pronti anche a fornire tutto il nostro saper fare, sia magistratura sia Guardia di finanza, per combattere la corruzione”.

Tajani ha poi concluso: “Abbiamo fatto molto di questo lavoro con la guardia di finanza in Albania e lo stiamo facendo anche in Montenegro, quindi l’Italia è pronta e farà la sua parte, ma questo non significa che non si debba continuare ad aiutare l’Ucraina perché ci stanno due corrotti, condivido il pensiero del ministro Crosetto”.

Il governo ucraino è stato investito dall’inchiesta “Midas”, avviata dalle agenzie anticorruzione ucraine NABU e SAPO. Le indagini coinvolgono figure di primo piano vicine al presidente Volodymyr Zelensky, tra cui l’ex ministro della Difesa Rustem Umerov. La prima ministra ucraina Yulia Svyrydenko ha annunciato la sospensione del ministro della Giustizia German Galushchenko, sospettato di essere implicato nello scandalo delle tangenti che sta scuotendo il settore energetico del Paese.

I detective hanno arrestato 5 persone, mentre 7 membri dell’organizzazione sono stati formalmente informati del sospetto a loro carico, tra cui: un imprenditore, capo dell’organizzazione criminale (Timur Mindich,ndr); un ex consigliere del ministro dell’Energia (Ihor Mironyuk,ndr); il Direttore Esecutivo per la Protezione Fisica e la Sicurezza della JSC ‘NAEK Energoatom’ (Dmytro Basov,ndr); quattro individui – ‘dipendenti’ dell’ufficio di back office responsabile della legalizzazione dei fondi”. ASKANEWS

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