L’assalto al liceo di Genova non fu “fascista”: perquisiti 9 maranza

assalto liceo Genova

di Francesca Galici – Due settimane fa ha fatto rumore quello che è stato definito come un “assalto fascista” presso il liceo Leonardo da Vinci di Genova durante un’occupazione. Si erano alzati allarmi di pericolo e perfino la politica si era spesa per condannare l’intrusione durante una (illegale, va detto) occupazione notturna scolastica. Eppure, alcuni dettagli non hanno convinto gli investigatori fin dal primo momento, tanto che le indagini hanno portato a una veritĂ , ancora una volta, discordante. La Digos ha effettuato le perquisizioni a casa di 9 soggetti, due dei quali di seconda generazione e solo due da poco maggiorenni, nessuno dei quali legato ad ambienti politici.

Il blitz è avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 ottobre e i 9, tutti imputabili, sono attualmente accusati di violenza privata, danneggiamento aggravato, imbrattamento, possesso di oggetti atti a offendere, accensioni ed esplosioni pericolose. Le occupazioni dei collettivi di sinistra nei licei italiani sono diventate una costante in ogni periodo dell’anno e in questo momento storico il pretesto è la guerra in Medioriente. Nel momento in cui è avvenuto l’assalto, nella scuola era in corso proprio una festa a supporto della guerra a Gaza e alcuni dei presenti sono riusciti a filmare gli autori del blitz. Queste immagini, unite a quelle delle telecamere di sorveglianza dell’esterno, hanno permesso alle forze dell’ordine di identificare gli indumenti indossati, che infatti sono stati sequestrati nelle abitazioni durante le perquisizioni.

I 9 sono di estrazione sociale diversa, alcuni provengono dai quartieri residenziali della cittĂ , altri dalla periferia ma sono tutti accomunati dallo stile “maranza”, come viene ormai identificato per semplicitĂ . Sono studenti, alcuni delle professionali alcuni di altri licei della cittĂ , e sono soliti ritrovarsi sulle scalinate di Brignole. Sarebbe però sbagliato considerarli una “banda”, perchĂ© quella messa in atto al Leonardo da Vinci sarebbe solo un’azione estemporanea. Stando alle indagini, pare anzi che il gruppo sia stato invitato all’interno della scuola dagli occupanti per la festa ma che, per i comportamenti “sopra le righe”, siano poi stati allontanati. A quel punto sarebbe scattata in loro la voglia di vendetta con un blitz vandalico che ha preso di mira la struttura scolastica.

“Ricordo perfettamente le reazioni a caldo di quei giorni, con Alleanza Verdi e Sinistra Genova che aveva parlato di ‘gravissima incursione fascista’, CGIL Genova che ancora una volta si era fatta prendere la mano parlando di ‘intimidazioni fasciste’. Il consigliere regionale Orlando del Pd, aveva addirittura parlato di ‘un salto di qualitĂ  nella violenza dell’estrema destra’. Per Armando Sanna del Pd si trattava di ‘aggressione fascista’. Di ‘raid squadrista’ invece, parlava la senatrice Raffaella Paita. Così come ‘aggressione squadrista’ è stata la narrazione portata avanti per giorni da qualche organo di stampa”, ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Stefano Balleari.

“La perquisizione è avvenuta a poche ore dalla notizia della condanna a 4 mesi di lavori socialmente utili per l’ex sindacalista che si è inventato l’aggressione nell’aprile scorso a Sestri Ponente. Anche in quella occasione, fui uno dei pochi, se non l’unico, a condannare la violenza di stampo politico a prescindere dalla provenienza, ma chiedendo di attendere gli sviluppi delle indagini prima di definire la matrice dell’aggressione. Ieri ed oggi è capitato a sinistra, domani, potrebbe capitare anche a destra. Il mio, vuole essere un monito per la politica di oggi e quella di domani”, è la conclusione di Balleari.

Sul tema è intervenuto anche l’onorevole, Matteo Rosso, coordinatore ligure di Fratelli d’Italia, rivolgendosi al sindaco Silvia Salis e a tutta la sinistra, invitandoli a smetterla “con l’accusa di neofascismo che ormai è la foglia di fico che usano per giustificare mesi di inerzia politica e amministrativa che hanno ridotto Genova a essere l’ombra di sĂ© stessa”. Rosso prosegue ricordando “questa conferma arriva dopo che il sindacalista della Cgil che aveva denunciato un’aggressione fascista (falsa) è stato condannato per aver mentito.

Ma ad unire i due fatti non è solo l’allarme falso e strumentale, ma è la rapiditĂ  con cui il Sindaco di Genova Silvia Salis si sia precipitata a condannare il centrodestra ligure e Fratelli d’Italia”. Quindi, ribadisce Rosso, “basta con il metodo Salis, la colpa è sempre degli altri, del fascismo, morto e sepolto da 80 anni, della precedente amministrazione, ma non rivela i conti, delle cavallette e della congiuntura astrale.
Tutte colpe degli altri e non dell’armata Brancaleone come si sta rivelando la sua maggioranza, incapace di decidere a meno che non si tratti di dire No”. L’onorevole ha quindi fatto i suoi complimenti alla Digos per il lavoro svolto.
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