Pro Vita & Famiglia: “Suicidio assistito è mattanza di Stato”

Pro Vita & Famiglia flash mob

“L’esperienza dei 13 Paesi che l’hanno introdotta è devastante: da pochi casi iniziali si è passati a migliaia ogni anno”

“Non mi uccidere”. Con questo slogan Pro Vita & Famiglia Onlu, mentre a Palazzo della Consulta si dibatteva della Legge Toscana impugnata dal Governo, ha organizzato in Piazza del Popolo a Roma un grande flash mob contro la deriva eutanasica e i progetti di legge sul suicidio assistito. In piazza, 200 sedie a rotelle vuote hanno rappresentato simbolicamente i malati, disabili, anziani e cittadini fragili che “chiedono al Parlamento piĂą cure, piĂą diritti, piĂą dignitĂ , ma si vedono offrire ciniche scorciatoie verso la morte”.

L’associazione ha denunciato che in Italia “le cure palliative raggiungono solo il 33% degli aventi diritto, con regioni dove la copertura scende addirittura al 4-5%: un dato drammatico che lascia migliaia di famiglie senza assistenza e trasformano le aperture al suicidio assistito in un ricatto criminale”.

“Le sentenze con cui la Corte Costituzionale, scavalcando il Parlamento, ha depenalizzato il suicidio assistito in presenza di fragili e arbitrarie condizioni hanno dato il via a una deriva eutanasica che può determinare una vera e propria mattanza di Stato di malati, anziani soli, depressi e disabili, un processo che una qualsiasi legge nazionale non farebbe altro che accentuare, consolidando nell’opinione pubblica l’idea che lo Stato possa fornire il suicidio come uno tra i tanti servizi socio-sanitari. Per questo, chiediamo a tutte le forze politiche di non procedere su una strada che lede vita, diritti e dignitĂ  dei cittadini piĂą fragili e indifesi”, ha dichiarato Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia.

A sostenere l’iniziativa anche Massimo Gandolfini, leader del Family Day: “Siamo contrari a qualsiasi forma di morte medicalmente assistita. L’esperienza dei 13 Paesi che l’hanno introdotta è devastante: da pochi casi iniziali si è passati a migliaia ogni anno, compresi ragazzi affetti da depressione come dimostra il recente caso della giovane Siska in Belgio. Serve invece applicare pienamente la Legge 38/2010 e garantire cure palliative per tutti”.

In piazza anche Emanuel Cosmin Stoica, scrittore e attivista disabile: “In un momento di sofferenza io stesso potrei pensare alla morte, ma è proprio lì che la societĂ  deve aiutare a vivere e non offrire il suicidio come una scappatoia per il dolore. Lo Stato investa in assistenza, sostegno psicologico, inclusione e reti sociali che non lascino nessuno solo”.  ADNKRONOS

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