L’istruzione obbligatoria ha declassato il progresso italiano da sogno in incubo

Esame maturità

di Franco Luceri – Con l’istruzione obbligatoria si è impoverita la classe dei lavoratori manuali e arricchita quella dei lavoratori intellettuali; ma nessuno è mai riuscito ad inventare uno straccio di lavoro onesto, retribuito e garantito per nessuno.
In Italia e credo in tutto l’Occidente cosìdetto progredito, la vita onesta, che grazie alla cultura avrebbe dovuto essere progressivamente sempre migliore, ha finito per trasformarsi in miraggio.Perché se una cosa basta per 10 persone, ma la lasci contendere a 1000, per i più rapaci e disonesti diventa reale e per gli altri resta miraggio per tutta la vita, o peggio, passa letteralmente da illusione ad incubo.

Ecco perché i cambiamenti positivi, promessi e finanziati dalla politica, non hanno mai prodotto l’effetto strombazzato; perché se induci giuridicamente nei popoli, spostamenti in massa da una condizione di disagio ad una di privilegio, dal lavoro manuale a quello intellettuale, (questo ha fatto in Italia l’istruzione obbligatoria) generi lo stesso squilibrio provocato dai passeggeri di una barca, che spostandosi velocemente tutti nella stessa direzione, la fanno capovolgere.Grazie al progresso culturale, negli ultimi 8 decenni ha rincorso il progresso economico facile e ricco un numero così massiccio di italiani, da stravolgere la promessa politica di lavoro, casa, famiglia, benessere, libertà, diritti e giustizia sociale per tutti: nord, centro e sud. Campa cavallo!

Gli spostamenti in massa dai lavori faticosi, sporchi e poveri verso occupazioni più pulite, comode, produttive, garantite e irresponsabili, hanno vanificato totalmente gli effetti che a prima vista sembravano miracolosi e inarrestabili quantomeno per burocrati,  professionisti, politici e industriali, fino a ridurre in miseria 5 milioni di Italiani e 15 milioni a rischio povertà. È in aggiunta l’invasione di immigrati per colmare la carenza di lavoratori italiani agricoli e artigianali, dirottati dall’istruzione verso cattedre e scrivanie. Ora, al disagio sociale dei poveri, si è aggiunto quello della classe media, che a colpi di laurea si era lanciata alla “conquista del West” economico, ma poi, esaurita la ricettività nazionale, ha dovuto ripiegare verso la fuga dei cervelli per realizzarla fuori dall’Italia.

Lo spostamento in massa dalla occupazione agricola o artigianale, a quella professionale, burocratica o politica, ha finito per vanificare quella vampata iniziale di benessere, civiltà e giustizia sociale che sembrava miracolosa e inarrestabile, tanto da far classificare l’Italia, Quarta Nazione industrializzata del mondo.

Poi, nell’arco di mezzo secolo, le aziende agricole si sono spopolate, le terre sono rimaste incolte e improduttive, i piccoli artigiani si sono riciclati lavoratori dipendenti, perché le grandi industrie del Nord si moltiplicavano e promettevano miracoli. Ma per i piccoli imprenditori, lentamente, il sogno dei servizi pubblici gratis e della giustizia sociale si è sgonfiato e tramutato in doppio incubo tributario e finanziario.

E con la crisi delle piccole imprese è sparito fino a diventare miraggio il lavoro privato giustamente retribuito, sono sparite le garanzie sindacali, ed è diventato sfruttamento anche il lavoro pubblico. Le piccole imprese oneste sono fallite, le grosse sono scappate e il progresso si è squagliato come neve al sole di ferragosto.

Certo non siamo passati in una manciata di secondi dalla giustizia sociale a l’ingiustizia, ma sia pure lentamente, il cambiamento da positivo in negativo oggi ha tutta l’aria di essere granitico e immodificabile.
Delle conquiste sindacali per i lavoratori, del profitto facile per le imprese, e delle tasse convertite in servizi pubblici di qualità si sono perdute pure le impronte digitali, partendo da l’istruzione, informazione, previdenza e sanità.

In mancanza di un miracolo personale del padreterno, dalla scrivania e dalla cattedra, c’è il serio rischio che si debba tornare alla zappa, alla cazzuola, alla carriola, alle reti da pesca, alle pecore da mungere, al bosco da curare, al legno e al ferro da lavorare artigianalmente per riconquistare quel margine di moralità individuale e collettivo di quando gli sfaticati, gli irresponsabili, i ladri, i corrotti erano una rarità; mentre ora, con la barca Italia capovolta da un quarto di secolo e a rischio annegamento, raritá sono diventati gli intelligenti, gli onesti, i responsabili, i pacifici.La “conquista del West” italiano, ora la stanno tentando gli immigrati; e quali saranno gli effetti per la “barca Italia” e per gli italiani col “salvagente bucato”, lo sa solo Dio.

Franco Luceri

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