Bologna, ronde dei Patrioti per la sicurezza: ira del Pd

Dure reazioni politiche per la "Passeggiata per la sicurezza" organizzata mercoledì sera dalla Rete dei Patrioti a Bologna

Dure reazioni politiche per la “Passeggiata per la sicurezza” organizzata mercoledì sera dalla Rete dei Patrioti a Bologna

Un gruppo di una decina di persone si è mosso tra piazza Medaglie d’Oro e la zona della stazione indossando magliette con la scritta Educazione felsinea e un teschio con tibie incrociate, simbolo che richiama esplicitamente quello delle SS naziste.

Immediata la condanna del deputato Pd Andrea De Maria, che ha definito le immagini “preoccupanti e amareggianti, soprattutto a Bologna, città Medaglia d’Oro della Resistenza, e in particolare in quel luogo segnato dalla strage del 2 agosto 1980”. De Maria ha chiesto che le autorità garantiscano il pieno rispetto della legalità e la sicurezza degli spazi pubblici, “senza ambiguità né tolleranza verso chi si sostituisce alle forze dell’ordine”.

La replica della Rete dei Patrioti non si è fatta attendere. Il portavoce provinciale Stefano Colato ha definito l’intervento del deputato “un’ossessione”, accusando la sinistra di “vivere di solo antifascismo” e rivendicando il diritto a svolgere “passeggiate per la sicurezza che vanno avanti da anni senza alcun episodio di violenza”.

Nel dibattito è intervenuto anche il segretario provinciale Pd Enrico Di Stasi, che ha parlato di “organizzazione di estrema destra che cerca di avvelenare il clima civile della città”. Il riferimento è anche a un episodio del novembre 2024, quando la Rete dei Patrioti aveva tentato di organizzare un presidio vicino alla stazione: “Un insulto alla memoria delle vittime del terrorismo fascista”, ha detto Di Stasi, promettendo che Bologna reagirà “ogni volta che questi nostalgici minacceranno la convivenza democratica”.

La questura di Bologna, tramite la Digos, ha fatto sapere di essere stata informata in anticipo dell’iniziativa e di averla monitorata. Tutti i partecipanti sono stati identificati. Il gruppo si è mosso senza striscioni né slogan, ma la presenza di simboli controversi ha comunque innescato un acceso dibattito.
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