Porto Sant’Elpidio (Fermo), 1 luglio 2025 – Doveva essere una spensierata serata tra musica, qualche drink e qualche nuova conoscenza. Invece si è trasformata in una notte da incubo in un lettino in riva al mare, dove, dopo essere stata immobilizzata, sarebbe stata violentata da più persone ancora ignote.
Il dramma si è consumato sabato notte sulla spiaggia di uno chalet del lungomare centro sud di Porto Sant’Elpidio e la vittima è una turista in vacanza nella cittadina rivierasca. Sull’inquietante vicenda indaga la polizia di Fermo, che ha effettuato una sommaria ricostruzione dell’accaduto sulla base della testimonianza della ragazza, sentita solo il giorno dopo l’episodio in quanto, dopo lo choc subito, non è stata in grado di parlare per diverse ore.
La 30enne sarebbe uscita sul lungomare elpidiense per trascorre una serata tranquilla tra musica e balli in uno chalet allestito per una serata di discoteca. Ad un certo punto avrebbe deciso di andare a sdraiarsi su un lettino in spiaggia per godersi un po’ di brezza e ammirare il panorama marino notturno.
Poi quello che non t’aspetti: alcuni giovani l’avrebbero avvicinata per cercare un approccio. Un approccio diventato fin troppo insistente, fino a quando l’avrebbero immobilizzata e avrebbero abusato di lei a turno, per poi abbandonarla in riva al mare dopo qualche ora.
La turista, nonostante il trauma psicofisico subito e la scarsa lucidità causata da quanto le era accaduto, è riuscita a lanciare l’allarme con il suo telefonino e sul posto sono immediatamente intervenuti gli uomini della squadra volante della questura e i sanitari del 118 che, dopo le prime cure, l’hanno trasportata al pronto soccorso. Qui è stata subito sedata e solo diverse ore dopo è stata sottoposta a visita ginecologica. Durante gli accertamenti medici le sono stati riscontrati lividi ed escoriazioni in diverse parti del corpo compatibili con una presunta aggressione.
Al termine degli accertamenti e quando la 30enne si è dimostrata più lucida, gli investigatori della polizia hanno potuto ascoltare il suo racconto e fare scattare immediatamente le indagini per dare un nome e un volto ai componenti del branco. Gli uomini della questura, in collaborazione con la polizia locale che sta collaborando alle indagini, hanno anche acquisito i filmati dei sistemi di videosorveglianza per cerca di estrapolare immagini utili ad identificare i violentatori.
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