Il modello di integrazione repubblicano appare obsoleto di fronte a questa popolazione con codici culturali profondamente divergenti
Secondo Le Point, un rapporto di Fondapol e dell’Osservatorio sull’immigrazione e la demografia, redatto da Didier Leschi (Direttore Generale dell’OFII), rivela che oltre 100.000 afghani vivono attualmente in Francia. Questo movimento migratorio, iniziato nel 2015, non è solo il risultato della caduta di Kabul nel 2021, ma piuttosto un afflusso crescente alimentato dalle difficoltà economiche e dal rifiuto nei paesi vicini come l’Iran e il Pakistan.
Didier Leschi denuncia un’immigrazione prevalentemente maschile (85% uomini), con un’integrazione molto difficile a causa dei bassi livelli di istruzione (oltre il 40% non ha mai frequentato la scuola) e di profondi shock culturali, in particolare nel rapporto tra i sessi. Il rapporto afferma che alcuni rifugiati “hanno difficoltà a integrare le norme di civiltà”, il che porta a “un aumento degli incidenti”.
La Francia concede asilo a quasi l’80% dei richiedenti asilo afghani, rispetto a meno del 40% in Svezia, che concentra il flusso. La sovrarappresentazione della delinquenza, in particolare per quanto riguarda gli abusi sessuali sui minori (21 volte in Germania), è considerata preoccupante. Il modello di integrazione repubblicano appare obsoleto di fronte a questa popolazione con codici culturali profondamente divergenti.
“Il problema non è tanto il numero di afghani accettati, quanto la velocità con cui sono arrivate persone molto diverse da noi culturalmente e linguisticamente.”
“L’assimilazione delle donne a esseri mentalmente deficienti […] rimane un punto di vista condiviso dalla maggior parte degli afghani.” “Soffriamo di non essere sufficientemente direttivi.”
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